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Storia – i coriandoli sono stati inventati a Trieste

Il palazzo in della Borsa negli anni '80

In Piazza della Borsa, quasi all'inizio del Corso Italia (la bassa al centro con tre poggiolini a fianco della palazzina dell'architetto Max Fabiani), è “l'inventore dei coriandoli”. Una storia curiosa, intrisa di innocente genialità, conosciuta da pochissime persone. Correva l'anno 1876, il carnevale impazzava per le vie cittadine e lungo il Corso si svolgeva la dei carri e delle maschere. Dalle finestre delle case era consuetudine gettare sul corteo confetti e petali di rose. Sul poggioletto centrale un ragazzetto di quattordici anni, privo di denaro e quindi nell'impossibilità di acquistare confetti o altro, ebbe la bella idea di tagliuzzare delle carte colorate e di gettare i …”coriandoli” sulle teste delle mascherine sottostanti. Fu una trovata travolgente, imitata subito da tanti presenti. “L'invenzione” passò velocissima a Vienna, poi a Venezia e da qui in tutto il mondo. Alla loro prima apparizione i coriandoli fecero arrivare persino “l'attenta polizia austriaca”. Dopo i primi lanci il ragazzetto sentì suonare alla porta e si trovò davanti l'autorevole gendarme che chiedeva spiegazioni e chiarimenti. Quel ragazzino si chiamava Ettore Fenderl e doveva diventare una nel campo della nucleare. Nel 1926 creò a il primo laboratorio per le ricerche radioattive. L'illustre personaggio morì a 104 anni, praticamente dimenticato dal grande pubblico, e la sua “invenzione”, senza essere stata brevettata, fece il giro del mondo ed ancora oggi non può esistere festa o carnevale senza coriandoli.

Il palazzo oggi

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