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Profughi ucraini, massiccia presenza in regione – UNICEF e UNHCR attivano Blue Dot a Fernetti e Tarvisio

Automobili con targa UA (Ucraina) in fuga verso il valico di Trieste, sempre più numerose. In città ne possiamo contare parecchie, e possono godere di uno status speciale per poter circolare liberamente. A un anno dalla guerra in Ucraina, l'Unicef ha raggiunto oltre 100 mila rifugiati ucraini in : oltre 15 mila attraverso interventi diretti di protezione, prevenzione e risposta alla violenza di genere, supporto psicosociale e ai percorsi di formazione e inclusione, oltre 95 mila con informative online. Dall'inizio dell'emergenza a oggi l'Italia ha ospitato oltre 173 mila rifugiati dall'Ucraina, tra cui circa 92 mila donne e circa 50 mila bambine, bambini e adolescenti. Sin dalle prime fasi l'Unicef ha condotto un'analisi dei bisogni della comunità rifugiata per individuare azioni e sfide su cui orientare le azioni di supporto. Lo comunica la stessa organizzazione in una nota.

automobili ucraine in fuga

Tra le sfide individuate le difficoltà di accesso a informazioni e servizi, inclusi quelli di prevenzione e risposta alla violenza di genere, a condizioni di accoglienza adeguata, sfide nel reinserimento scolastico o nella prosecuzione del percorso di studi, necessità di supporto psicosociale e di opportunità di inclusione sociale. Nella prima fase dell'emergenza l'azione dell'UNICEF ha dato priorità ai bisogni di protezione rilevati presso le frontiere terrestri del Nord-Est Italia, dove si concentravano i flussi di ingresso. In con le organizzazioni ARCI, D.i.Re (Donne in Rete contro la violenza), Save the Children, l'associazione Stella Polare – l'UNICEF e UNHCR hanno attivato due Blue Dot in Friuli-Venezia Giulia, nei valichi di frontiera di Fernetti (Trieste) e ().

L'UNICEF ha supportato inoltre, in collaborazione con l'UNHCR, il Dipartimento della Protezione Civile nello di procedure per integrare la mitigazione del rischio di violenza di genere e la tutela dei minori dal rischio di e nella cosiddetta “accoglienza diffusa”.

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