Sono sempre più rare, perché fanno parte di un passato glorioso che a Trieste vuole fare ancora buona mostra di sé: parliamo delle finestre a sburto
Le finestre a sburto (dal dialetto triestino “sburtar” = spingere) hanno una caratteristica speciale: sporgono di diversi centimetri, a volte una decina ma anche il doppio, dalle pareti esterne degli edifici.
Si distinguono dalle altre tipologie di finestre proprio per il doppio vetro e l’intercapedine molto generosa
In sostanza, sulle case più vetuste di Trieste si vedono ancora le cosiddette “edicole”, chiamate localmente, in dialetto, “jazére” o “sburti”. Si tratta di una sporgenza della finestra che permette di guardar fuori senza prendere freddo o venir colpiti dalle raffiche di bora. Le edicole si trasformavano spesso in improvvisati frigoriferi di famiglia dov’era possibile conservare il burro o altri generi deperibili, da cui appunto il nome in vernacolo “jazére”. Oggi rappresentano una rarità e soprattutto una caratteristica della vecchia Trieste destinata a scomparire. Nelle foto presenti in questo articolo potete ammirare dei fulgidi esempi, ma molti altri ne potrete osservare camminando nelle vie del centro storico di Trieste, da via Mazzini verso il Borgo Teresiano, Città Vecchia e zone limitrofe.
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