La decisione arriva al termine della riunione con il prefetto. I tamponi verranno pagati a patto che dal 16 ottobre l’attività riprenda a regime
Dopo il maxi corteo di lunedì 11 ottobre a Trieste contro il Green pass, arriva l’annuncio che le aziende operanti nel porto di Trieste pagheranno di tasca propria i tamponi ai lavoratori fino al 31 dicembre. Lo hanno deciso le stesse società al termine di un incontro con il prefetto, Valerio Valenti, e il segretario generale dell’Autorità portuale del Mare Adriatico Orientale, Vittorio Torbianelli. Tra gli operatori presenti all’incontro c’erano spedizionieri, agenti marittimi e terminalisti. La disponibilità delle aziende arriva dopo che, da giorni, i lavoratori minacciano il blocco del porto se non salterà l’obbligo di certificazione anti-Covid previsto dal 15 ottobre per tutti i lavoratori pubblici e privati. Nel frattempo, a Trieste, così come anche in altri parti, sembra essere alta la quota di lavoratori che non hanno ancora il Green pass: si tratta del 40 per cento, secondo il Coordinamento lavoratori portuali di Trieste. Al termine dell’incontro, tra l’altro, è stato annunciato un presidio con tanto di personale sanitario all’interno del porto dove i lavoratori potranno sottoporsi ai tamponi necessari per il rilascio della certificazione necessaria per andare a lavoro dal 15 ottobre. «Gli operatori presenti – ha spiegato il prefetto Valenti – sono disposti ad anticipare il pagamento dei tamponi dal 15 ottobre, ma solo fino al 31 dicembre e a patto che dal 16 ottobre, però, riprenda l’attività». Una trattativa simile è in corso anche per altri settori, come nel caso dei trasporti pubblici in Friuli Venezia Giulia (Open online)