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Ex-Gasometro di Trieste diventa un paradiso per l’arrampicata

gasometro arrampicata

Arriva una proposta a dir poco rivoluzionaria, ecco la proposta di “Podemo”:

“Alla fine di questa fase, ormai siamo in molti ad essercene accorti, Trieste andrà ripensata.

Le “ricette” delle giunte che si sono susseguite sono state, nella totalità dei casi, questione puramente cosmetica; non si è voluto nemmeno cominciare a pensare ad una Trieste in fase di evoluzione o di crescita. Questo va cambiato, e va fatto ora.

Una delle priorità di Podemo è fare di Trieste un centro d'attrazione internazionale, in diversi ambiti. Per quanto riguarda gli eventi, ad oggi l'unico esempio di successo è la Barcolana per lo sport della vela. Attorno ad essa, il nulla.

Vogliamo quindi introdurre come esempio un progetto, già esistente, che non potrà che ampliare l'attrattività internazionale di Trieste, una volta realizzato.

Si tratta dell'idea di fare dell'ex- di Trieste una struttura di riferimento continentale nell'ambito dell'arrampicata sportiva.

Del gasometro si parla da decenni, ma sempre al livello di e ipotizzando investimenti faraonici nell'ordine delle decine di milioni che sono – specialmente oggi – fortemente irrealistici. Questo è, però, un progetto che appare così sensato e relativamente limitato nei costi, da dover essere seriamente preso in considerazione.

Si tratta di un investimento di circa 6 milioni totali, fra cui 3 milioni di fondi pubblici (una cifra più che sostenibile, specialmente se ammortata nel corso dei 32 anni previsti per la concessione) e altrettanti da fonti private in forma di project financing.

La ragione per cui è possibile contenere i costi sta nella realizzazione di una struttura autoportante centrale, che quindi non andrebbe a gravare strutturalmente sull'antico e pregiato “involucro” del gasometro.

gasometro

Alcuni vantaggi da considerare:

  • Solamente a Trieste e dintorni, i praticanti sono già oggi all'incirca 13.000. Non mancherebbe di certo quindi la “base” necessaria a far funzionare il tutto.
  • Trieste ha una complessa e gloriosa di arrampicatori di spessore, che troverebbe valido riconoscimento e compimento con quest'opera.
  • Vi sarebbe un punto di riferimento per eventi in grado di attrarre gli appassionati da centinaia di chilometri di distanza. Nel medio termine, questo dovrebbe svilupparsi in un evento annuale di portata europea o mondiale.
  • Sarebbe un centro per tutte le associazioni e gruppi già operanti sul territorio, nonché di probabili nuove entità, in grado di rafforzare la pratica di questo sport a Trieste.
  • Si troverebbe in rete/network con una serie di “palestre” naturali comprese nell'area dalla costiera fino alla valle dell'Ospo, e questo è un aspetto che un'amministrazione pubblica può rendere funzionale a bassissimo costo.

I potenziali rischi sono dovuti principalmente all'apporto dei partner privati, che se – a detta dei promotori del progetto, che abbiamo incontrato – in una fase precedente al COVID sembravano prontissimi a partire, oggi non vanno dati per scontati.

Nell'Europa di questi ultimi mesi una delle attività sportive meglio sopravvissute è stata proprio l'alpinismo, al fatto di svolgersi nella natura. Al termine di questa fase di emergenza, ripartire proprio dalle migliaia e migliaia di che hanno riscoperto questo tipo di attività è una delle decisioni più logiche e facili che sia possibile prendere, per un'amministrazione lungimirante.

Nel caso di Trieste, sarebbe anche l'inizio di una storia di successo internazionale, destinata a durare negli anni.

Il movimento PODEMO supporta pienamente quest'idea per riconvertire il gasometro a centro per l'arrampicata, ed intendiamo lavorare per vederla ulteriormente sviluppata in futuro.

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