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Donna indemoniata distrugge completamente il reparto di pediatria, è accaduto a Mestre

Quando il dà letteralmente alla testa. Una donna indemoniata ha lanciato le sedie, distrutto i vetri dei divisori, si è persino scagliata contro le forze dell'ordine intervenute per fermarla, tanto che ha finito per passare la notte in una cella e, lunedì mattina, sono stati gli agenti della polizia penitenziaria ad accompagnarla davanti al giudice per la direttissima, che ha confermato la decisione di affidare suo figlio ai servizi sociali e convalidato il suo arresto. Domenica sera, nel reparto di Pediatria dell'ospedale dell'Angelo di Mestre, a Venezia, una donna di 31 anni di origini turche ha finito per causare un disastro, devastando la sala d'attesa; l'esplosione di rabbia ha seguito uno scontro con il figlio di soli dieci anni, che nel corso della lite domestica sarebbe stato aggredito verbalmente con tanta ferocia da convincerlo a scappare di casa. E finire così in ospedale, dove hanno finito per intervenire le forze dell'ordine, oltre che la stessa madre.

Gli uomini della Volante in realtà hanno subito riconosciuto la madre, gravata da numerosi precedenti per comportamenti estremamente violenti e altri reati; alla questura non risultavano però segnalazioni per problemi con il bambino, sono emerse solo quando i hanno interpellato i servizi sociali e lo stesso ospedale, che hanno confermato come non fosse il primo episodio che li vedeva intervenire tra mamma e figlio. Da qui, la decisione di affidare il ragazzino agli esperti. «Vedere le sedie volare in reparto e vedere i vetri rotti, e sentire le urla, è stato pesante – dice la dottoressa Cavicchioli, primario di Pediatria – E però siamo purtroppo abituati a gestire molte situazioni simili, di disagio, di aggressione ingiustificata a chi sta svolgendo la propria funzione. Ci eravamo trovati ad accogliere in reparto un minore spaventato – continua la dottoressa – che aveva abbandonato casa sua. Mentre fornivamo a questo piccolo paziente la necessaria , abbiamo avvisato la famiglia. E la mamma, purtroppo, si è presentata in Pediatria in condizioni non adeguate al suo ruolo di genitore: da questo suo stato sono nate le pretese, i tentativi di calmarla, le aggressioni verbali, i gravi gesti e i danneggiamenti, che hanno condotto all'arresto della donna».

L'Ospedale l'accaduto: «Sappiamo che gli operatori della Pediatria hanno gestito la situazione e l'aggressione nel modo più professionale possibile – sottolinea il direttore generale Edgardo Contato – Siamo loro vicini, per il carico di ulteriore pressione che fatti come questi possono provocare in chi lavora con professionalità e disponibilità. Sappiamo anche che hanno seguito il caso di questo minore con un affetto e una dedizione umana che va ben al di là del dovere di medici e di . Va però a chiare lettere, anche in risposta a chi in ospedale e in pronto soccorso pretende e si lamenta, che questo è quanto i nostri operatori si trovano ad affrontare nella realtà: problemi ed episodi che pesano come macigni sul lavoro che si vorrebbe svolgere, picchi dell'esasperazione diffusa di troppe persone che, senza giustificazione alcuna, trovano poi nei servizi una valvola di sfogo, provocando danni che vanno ben al di là di quelli materiali». Qualcosa di cui parla anche Cavicchioli, che sottolinea come episodi di questo tipo diventino sempre più frequenti anche nel suo reparto: «Non solo ci troviamo ad accogliere un numero sempre più alto di accessi al nostro pronto soccorso pediatrico, spesso inappropriati, ma in più ci facciamo carico del disagio sociale che si registra nel territorio, aggravato dalle difficoltà di questi mesi, dall'estate, dal caldo».

pediatria Mestre distrutta

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