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Candidati e primarie, lo sfogo del Sen. Francesco Russo

francesco russo - Trieste metropolitana

Riceviamo la seguente , che riportiamo integralmente:

Spero davvero che i toni dei protagonisti e dei tifosi delle non siamo quelli che leggo in queste ore: io di certo e neppure chi mi sostiene scadrà in attacchi personali che nulla hanno a che fare con il confronto di idee e programmi.

Però voglio dire a chi oggi mi attacca dandomi del “traditore” – e mi dispiace siano proprio esponenti del mio Partito, quello di cui sono orgoglioso di far parte, per il quale ho sempre lavorato sia da semplice cittadino che da parlamentare – forse dimentica due cose: che le primarie le ha inventate e volute proprio il Partito Democratico come strumento per chiedere ai cittadini di fare sintesi tra le idee e personalità diverse ma soprattutto che se oggi il mio Partito è sotto di quasi 10 punti nei sondaggi significa che quelli a sentirsi davvero traditi sono i nostri elettori.

Ed è questo il vero problema su cui bisognerebbe riflettere ma che, a parte il Senatore Russo, in molti sembrano voler ignorare. Tra l'altro non serviva nemmeno presentare dei numeri per rendersene conto: sarebbe bastato ascoltare e provare a dialogare con i cittadini. Cercando le risposte alle domande, alle paure, alle preoccupazioni e alla rabbia che loro stanno manifestano quotidianamente a gran voce.

Questo non è stato fatto. Si dice che ho programmato tutto da 5 mesi: se lo avessi fatto avrei chiesto le primarie direttamente a . Però 5 mesi fa qualcosa l'ho fatta davvero: sono andato dalla Presidente Serracchiani, dai segretari regionali e provinciali del Partito e anche da Roberto Cosolini a dire che eravamo fuori . Che non stavamo parlando più la lingua dei cittadini, che la città metropolitana sarebbe stata una risorsa per Trieste e anche per il Partito Democratico. Mi hanno detto che condividevano molti miei timori, mi hanno assicurato che ci sarebbe stato un cambio di passo, che la città metropolitana sarebbe stata una sfida da vincere tutti insieme. Così non è stato. Anzi: in segreteria del mio partito c'è chi addirittura, nelle scorse settimane, ha chiesto proprio per il mio impegno a favore della città metropolitana la mia espulsione.

E voglio ricordare che anche la mia di discutere in assemblea provinciale Pd dei sondaggi che si sapeva erano stati effettuati e che davano risultati simili a quelli che ho raccontato in questi giorni è stata ignorata. Quei sondaggi c'erano ma sono stati tenuti volutamente nel cassetto per impedire che gli iscritti Pd ne discutessero nelle sedi opportune.

Non si accusi me di non avere limpidamente operato dentro le sedi del mio partito e di non averlo fatto per tempo.

Certo, di fronte a questo scenario avrei potuto starmene comodo a Roma e disinteressarmi della mia città e delle prossime elezioni: ma io sono abituato a combattere per quello in cui credo, non per una poltrona.

Anche perché quella da Sindaco è sicuramente più scomoda di quella da Senatore.

Sen.

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