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Scrittori e poeti triestini: Sergio Pirnetti e la sua raccolta di poesie “Tassei de un istà”

Sergio Pirnetti

Sergio Pirnetti è a nel 1913, in una di quelle casette (ora scomparse) di via Don Bosco, cantate in una sua lirica. Terminati gli studi liceali al “Dante” di Trieste (fu allievo di Giani Stuparich) e laureatosi in Lettere a Padova, insegnò ai Licei “Dante” di Fiume e “Combi” di Capodristria ed infine all'Istituto Magistrale “Carducci” di Trieste. Esordì con il volumetto di versi Chiaroscuri, Trieste 1939, recensito su “Il Piccolo” da Silvio Benco. Scoppiata la guerra, fun inviato in zona di operazioni (fronte balcanico), dove rimase fino al settembre del 1943 anno in cui potè ritornare a Trieste e riprendere l'insegnamento. Su questa parentesi bellica ha pubblicato il volumetto di versi Ruolino di , Trieste 1972. Dal 1950 al 1978 ricoprì la cattedra di italiano e latino al Liceo Scientifico “Oberdan” di Trieste e al Liceo Classico “Dante”, fino al pensionamento, dedicandosi nel contempo alla poesia dialettale triestina con i volumetti Nuvoli, Trieste 1968, Borin de marzo, Trieste 1969, Trieste e le sue stagioni, con presentazione di Mario Doria, Trieste 1970, Cussì per strada, Trieste 1972. Queste raccolte unite ad altre inedite, furono ripubblicate, con ampia prefazione di Bruno Maier, ne Il Canzoniere, Trieste 1973. Seguirono Go tirà zo la vela, Trieste 1976, I volaria, Trieste 1979, El gemo, Trieste 1980, In fazada, Trieste 1984. Precedentemente erano stati pubblicati Carso , fotografie di Mario Amstici e testi di Sergio Pirnetti, Trieste 1975, Storia di una montagna, Padova 1978, romanzo di carattere alpinistico e Tassei de Carso, Trieste 1984, piccola poetica del Carso Triestino.


Dal libro “Tassei de un istà – pensieri che se ingropa e se disgropa” (ed. Lint Trieste 1987) riportiamo la poesia “Muso duro“:

Ciameme “muso duro”!
Ma quando drento l'anima qualcossa
te ga che te tortura,
no ghe xe altra cura
che spetar che la passi,
covandotela drento.
A far la vose grossa
no servi proprio a gnente, nè al destin
nè a quei che xe vizin.

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