Rammarico degli attivisti del Partito Animalista Italiano – FVG nell’apprendere la notizia della strage di alzavole nella riserva di caccia di Grado. A scoprire l’uccellagione la Forestale Regionale ed i Carabinieri del CITES, che lo scorso 19 gennaio hanno contato circa 350 anatre abbattute in un periodo in cui è vietata la caccia, oltre ad aver trovato armi abbandonate all’interno della riserva. «La Lega è subito corsa a difendere i cacciatori che rispettano le regole» racconta Fabio Rabak coordinatore regionale del PIA FVG «ma l’episodio così grave, lo sarebbe stato davvero di meno se l’uccisione delle anatre fosse avvenuta qualche giorno prima per opera di cacciatori autorizzati? Noi riteniamo che il problema sia innanzitutto etico. Gli uccelli sono l’emblema della libertà ed è incredibile che al giorno d’oggi si possa ucciderli in forza di Legge. Ringraziamo le forze dell’Ordine che sono riuscite a far emergere il problema ed a togliere pericolose armi dalla circolazione, ma anche il legislatore deve fare altrettanto». Il Partito Animalista chiede anche che la vigilanza in ambito venatorio non sia più fatta dalle associazioni di cacciatori, e venga estesa anche alle associazioni animaliste e chiede che la Regione revochi l’autorizzazione dell’esercizio venatorio alla Riserva di Grado. (Cristian Bacci – Coordinamento PAI FVG )
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