RICCARDO NOVACCO, PRESIDENTE ATER DIVENTA NUOVO PRESIDENTE NAZIONALE FEDERCASA
La nomina venerdì scorso a Roma, a conclusione delle elezioni da parte dell’Assemblea generale dei soci. Resterà in carica per il prossimo triennio. Già annunciato il piano di impegni e obiettivi previsti.
Riccardo Novacco, triestino, è il nuovo presidente di Federcasa, il sodalizio che in tutta Italia associa gli enti che realizzano e gestiscono alloggi sociale, per un patrimonio complessivo di oltre 850mila alloggi. Novacco, attualmente presidente dell’Ater di Trieste, è stato eletto venerdì scorso e resterà in carica per i prossimi tre anni.
“Ringrazio – sottolinea Novacco – l’impegno portato avanti finora da Luca Talluri, presidente uscente, e tutta la sua giunta esecutiva, per il lavoro svolgo, che non andrà disperso. Un ringraziamento va anche al presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga e agli assessori regionali Pierpaolo Roberti e Graziano Pizzimenti, per aver deciso di proporre la mia candidatura al cda nazionale”.
A Trieste, dove Novacco è ai vertici da quasi due anni, ha già portato a termine importanti traguardi, come la lotta agli alloggi sfitti, che ha permesso di rimettere sul mercato un numero consistente di appartamenti, la digitalizzazione dell’ente, con un nuovo sito funzionale per gli utenti e tutti i soggetti che si interfacciano con Ater, e una serie di azioni che hanno permesso di risolvere problematiche di ordine pubblico che si protraevano da decenni.
E proprio a Trieste lo scorso settembre era stata organizzata la Giornata di studi sulla gestione sociale del patrimonio di edilizia residenziale pubblica promossa da Federcasa, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano Bicocca, della stessa Ater e del Comune di Trieste. Un focus importante per il settore.
Lungo e articolato il programma che Novacco ha esposto oggi e che individua priorità e necessità urgenti per il settore.
Priorità – “I problemi relativi all’edilizia residenziale pubblica in Italia sono ben noti ma pochi ne conoscono la reale portata. Morosità, abusivismo, mancata manutenzione, incremento degli alloggi sfitti e supporto sociale inadeguato, aumentati a causa della pandemia”. Secondo Novacco “è necessario ed urgente un rapporto diretto delle nostre Aziende con lo Stato perché non possiamo immaginare di risolvere da soli i problemi che da anni affliggono le nostre Aziende a tutti i livelli”.
PNRR – “L’ultima prova tangibile di questa mancanza di contatto diretto – spiega Novacco – evidente e preoccupante, è testimoniata dal fatto che nelle linee guida del Governo per la stesura del PNRR ci sia l’assenza di ogni riferimento al settore dell’ERP, al suo miglioramento e potenziamento nonché l’esclusione delle nostre Aziende dall’accesso diretto ai fondi previsti dal piano”.
Novacco ricorda come autorevoli studi[1] stimano un fabbisogno complessivo di investimenti nel settore pari a 5,3 miliardi di euro per i prossimi 15 anni, per un totale di complessivi 80 miliardi di euro, necessari per: riqualificare i circa 800 mila alloggi esistenti, creare 200 mila nuovi alloggi ERP, implementare un piano per l’affitto destinata alla domanda intermedia tra quella di mercato e quella “popolare”. “La pandemia – aggiunge – ha reso ancora più evidente e necessario tale intervento. Si pensi al fatto che al 2019 erano 1,47 milioni le famiglie in disagio abitativo di cui 640 mila quelle con disagio acuto[2]. Tale situazione, già pesante, è stata ulteriormente aggravata dalla pandemia che ha visto allargare ulteriormente il disagio socio-economico. A fronte di tutto ciò – rileva – nel PNNR la parola ‘edilizia residenziale pubblica’ ricorre solamente sette volte e non vi è traccia di alcun organico obiettivo per il settore né in termini di investimenti né di riforme”. “L’incremento del patrimonio ERP nel piano – prosegue Novacco – è demandato unicamente all’aumento della dotazione finanziaria del programma innovativo della qualità dell’abitare (PINqA), bando peraltro già conclusosi nel mese di marzo, dove le nostre Aziende non risultavano dirette beneficiarie dei contributi ma chiamate ad una, non sempre facile, collaborazione con gli enti locali. L’iniziativa, inoltre, ha avuto come principali destinatari le grandi realtà urbane escludendo le piccole e medie realtà comunali”.
Anche nel campo del housing temporaneo e stazioni di posta, per il quale il PNNR prevede uno stanziamento pari a 450 milioni, le Aziende, secondo Novacco, non sono direttamente coinvolte in quanto beneficiari paiono i comuni in forma singola o associata nonché il mondo dell’associazionismo sociale. “Risulta chiaro come in questa fase caratterizzata da un nuovo assetto istituzionale che vede lo Stato esercitare i suoi poteri di indirizzo, impulso e coordinamento in dialogo diretto con i soggetti attuatori, sia necessario ribadire la centralità delle nostre Aziende quali principali interlocutori e soggetti attuatori del sistema integrato delle politiche sulla casa”.
Obiettivi – Partecipazione e coinvolgimento di tutti i soci. “Le Aziende – sottolinea Novacco – sono la voce degli ambiti territoriali che rappresentano, le interlocutrici dirette e indispensabili per delineare gli obiettivi e definire le azioni da intraprendere per risolvere le svariate problematiche che investono il settore casa. Queste voci devono trovare ascolto all’interno dell’Associazione, per sentirsi coinvolte e partecipare attivamente alle iniziative”. Le Aziende sono anche fonti di best practices, di iniziative innovative e di successo a cui va dato rilievo secondo il presidente, per generare modelli replicabili anche in altre realtà. Intensificare i rapporti con gli organi di Governo e a livello europeo consolidare il ruolo di Federcasa all’interno della European Federation of Public, Cooperative & Social Housing Providers e fornire pieno sostegno all’Affordable Housing Initiative, supportando le Aziende nella partecipazione all’iniziativa. Vanno intensificati secondo Novacco anche i rapporti con i Sindacati degli Inquilini (SICET – SUNIA – UNIAT – UNIONE INQUILINI). Fondamentale secondo il presidente anche un incremento quantitativo e qualitativo degli alloggi sociali. “Bisognerà – dice – immettere sul mercato delle locazioni più alloggi e creare nuove tipologie di alloggio sociale per andare incontro al palesarsi di nuove esigenze. La disponibilità di nuovi alloggi passa attraverso operazioni di rigenerazione urbana nelle aree pubbliche dismesse, la demolizione/ricostruzione di alloggi che hanno raggiunto il loro “fine vita edilizio”, ma anche tramite il recupero dello sfitto”. Oltre a una semplificazione e snellimento delle procedure, in particolare per gli affidamenti di lavori, servizi e forniture, ma anche degli adempimenti amministrativi correlati. Di prioritaria importanza poi il ricorso a i fondi pubblici, nazionali ed europei, in particolare per interventi di riqualificazione energetica e la lotta alla povertà energetica. sia attraverso i “tradizionali” fondi strutturali (FESR e FSE) sia a quelli resi disponibili attraverso i programmi Next Generation UE[3], Horizon, Life, InvestmentEU, nonché ai finanziamenti resi disponibili dal fondo europeo per gli investimenti strategici, dalla banca europea degli investimenti, dalla Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa. Il programma deve giustamente considerare il c.d. bonus 110% e i fondi GSE, ma non può, secondo Novacco, trascurare i fondi derivanti dal PNRR Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Fondamentale poi pensare ad altri temi a beneficio dei cittadini, come la digitalizzazione, la domotizzazione delle abitazioni e l’abbattimento delle barriere architettoniche.
Tra gli obiettivi di Novacco anche ripensare all’applicazione dell’IMU per gli alloggi sociali, “sarebbe auspicabile delineare un quadro della situazione complessiva sul territorio nazionale e quindi premere per una risoluzione definitiva della questione IMU a livello normativo”. E poi il presidente ha già in cantiere alcune soluzioni sul fronte della morosità, in continuo aumento soprattutto durante e dopo la pandemia, e anche sull’abusivismo.
Tra gli altri temi da sviluppare, anche una maggior attenzione ai territori montani e alle aree interne, un’implementazione della comunicazione sulle attività realizzate da Federcasa e nuovi modelli di specializzazione e formazioni diretti al personale con funzioni direttive.
[1] “Rilanciare le infrastrutture sociali in Italia”. Rapporto sull’investimento delle infrastrutture sociali in Italia. Ricerca coordinata da Edoardo Reviglio (CdP) per Fondazione Astrid, 2020
[2] “Dimensione del disagio abitativo pre e post Covid 19. Numeri e riflessioni per una politica di settore”. Rapporto coordinato da Elena Molignoni (Nomisma) per Federcasa, 2020
[3] noto anche con l’acronimo di NGEU è un fondo approvato nel luglio 2020 dal Consiglio europeo al fine di sostenere gli Stati membricolpiti dalla pandemia di COVID-19.