A. ArtistiAssociati
CSS Teatro Stabile di Innovazione del FVG La Contrada Bonawentura/Teatro Miela
UN PROGETTO DI CO-PRODUZIONE Il sistema è un’occasione di sviluppo
Già da diversi anni la Regione Friuli Venezia Giulia si distingue per la notevole capacità di fare sistema espressa dagli operatori culturali che hanno sede in questo territorio.
La Legge Regionale 11 agosto 2014, n. 16 “Norme regionali in materia di attività culturali” ha poi organizzato il ricco e composito panorama culturale della nostra Regione riconoscendo nel suo articolato classi omologhe di soggetti proponenti progetti culturali classificandoli per precise funzioni, per peso strutturale, per potenziale operativo e per capacità imprenditoriale.
All’art. 12 della citata Legge, vengono riconosciuti i Teatri di Produzione e Ospitalità (quattro in tutto: A.ArtistiAssociati, CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, La Contrada, Teatro Miela) che hanno interpretato il proprio ruolo non soltanto esprimendo progettualità originali rispetto alla propria vocazione artistica e allo specifico patrimonio culturale consolidato, ma anche aprendo tra loro una specifica rete di collaborazione che abbraccia diversi ambiti operativi.
Oggi presentiamo il progetto di co-produzione pluriennale che vede i quattro teatri impegnati nella realizzazione di spettacoli che prendono spunto dal tema culturale che viene lanciato annualmente dall’Assessorato alla Cultura della Regione FVG.
Il progetto è partito lo scorso anno e il tema proposto “la fine del Patriarcato di Aquileia” ci ha spinto alla realizzazione del progetto “Guarnerius” ideato da Fabiano Fantini, Claudio Moretti, Elvio Scruzzi con la partecipazione di Angelo Floramo.
Ispirato alla straordinaria figura di Guarnerio D’Artegna, “Guarnerius” è uno spettacolo che nasce in lingua friulana, caratteristica che testimonia la reale concretezza e la forza dell’accordo collaborativo tra i quattro teatri regionali; una collaborazione che supera ogni possibile ragionamento di particolarismo provinciale, rafforzando la visione più ampia di un forte sistema regionale di produzione e di ospitalità teatrale di qualità.
Lo spettacolo, pensato e scelto prima dell’insorgere della pandemia, avrebbe dovuto debuttare in dicembre 2020 ma, per le note ragioni, stiamo riprogrammando la sua presentazione pubblica che avverrà appena possibile; lo spettacolo è già pronto in quanto le prove si sono tenute regolarmente, rappresentando ciò anche un’importante occasione di lavoro per gli artisti coinvolti.
Il secondo progetto co-produttivo, che oggi presentiamo in maniera più approfondita, risponde al tema culturale lanciato dall’Assessorato per il 2021, ovvero “Dante”.
Come meglio ci illustrerà il regista Massimo Navone, il progetto mira a rendere la “materia dantesca” contemporanea e soprattutto vicina al mondo dei giovani e degli studenti, utilizzando modalità e strumenti tecnologici che ci permettono di adattare e utilizzare il progetto anche durante i periodi di chiusura dei teatri.
“Guarnerius” e “Il giovane Dante” vogliono rappresentare la risposta seria e strutturata dei quattro teatri di produzione e ospitalità del FVG alla proposta culturale dell’Assessorato regionale, inaugurando una vera e propria rete co- produttiva, consolidano l’idea che il sistema teatrale possa concretamente moltiplicare le occasioni per veder nascere nuove progettualità artistiche e nuove opportunità di impegno soprattutto per gli artisti del nostro territorio.
Massimo Navone racconta il suo progetto: Fake Dante. Gli Steal Novo in prova. Intervista alla band.
Il 25 marzo alle ore 11.00, in occasione della giornata dantesca, on-line sul canale YouTube del Miela
sarà disponibile un’intervista esclusiva alla band degli Steal Novo, rubata durante le prove al Teatro Miela dove stanno registrando il loro primo album ‘Fake Dante’.
Un’ occasione imperdibile per conoscere di persona i componenti di questo nuovo fenomeno del panorama musicale dantesco, che inaugurerà il grande tour estivo il 30 luglio sul palcoscenico di Trieste Estate
Dante Alighieri, il sommo poeta. 700 anni ed è ancora tra noi. Interpretiamolo come un buon segno. Ma anniversari a parte, che cosa possiamo ancora trovare di vivo e utile per noi nelle sue opere e nella sua biografia? Domanda forse scontata ma d’obbligo. La risposta non è facile ma apre un terreno affascinate da esplorare, soprattutto per le giovani generazioni che lo incontrano per la prima volta sui banchi di scuola e possono patirne di più la distanza. Abbiamo pensato che si potesse iniziare col chiedersi come fosse Dante da giovane, prima di diventare famoso e radunati un gruppo di altrettanto giovani artisti di bel talento che vivono e lavorano a Trieste e dintorni, e gli abbiamo posto questa domanda.
“Chi di noi ha letto e si ricorda qualcosa dell’opera d’esordio di Dante la Vita Nuova?…”
Silenzio… Bene, leggiamola insieme. Si apre davanti a noi una dimensione narrativa che ci pare bizzarra. Un’onirica biografia amorosa costruita apposta per produrre visioni a tratti psichedeliche, che a loro volta generano poesie. Più precisamente sonetti e ballate, che Dante poi ci spiega, come un professore puntiglioso ad una classe di somari. Viene anche il dubbio che ci stia prendendo in giro. Emerge da questo ‘prosimetro’, (abbiamo scoperto chiamarsi così), una personalità ipersensibile e inquieta, permeata da un’emotività estrema, spesso preda di allucinazioni spaventose che portano puntualmente tutti i sensi, nessuno escluso, sull’orlo di un collasso mortale.
E’ il ritratto di un giovane artista alle prese con i problemi e gli interessi della sua età: ardua ricerca della propria identità creativa, politica e sociale, desiderio di successo, amicizie immense, amori disperati. Tra le ossessioni del giovane Dante e quelle degli artisti coetanei del terzo millennio pare che non sia cambiato quasi nulla. Il gruppo si mette al lavoro. Si comincia per tentativi. Si elaborano narrazioni, brevi scene, videoclip, ma soprattutto cominciano a nascere le prime bozze di canzoni. Ballate e sonetti non erano forse composti per essere cantati? Inizia a prendere corpo l’idea di una pop-band. Gli ‘Steal Novo’. Steal come rubare ovviamente. La band infatti ruba a mani basse versi a Dante per trasformarli in qualunque forma musicale le passi per la testa, dal country, al blues, al rock, fino alla romanza lirica e alla canzone napoletana.
Sono in dieci, raro in questi tempi di magra, e i talenti ci sono eccome, ma spaiati. Due studiano canto e sanno cantare, due sono musicisti e sanno suonare. Gli altri hanno studiato da attore. Il risultato è che tutti suonano, cantano e recitano cercando spudoratamente di darla a bere. Gli Steal Novo, con l’incoscienza della giovinezza, pensano già in grande. Un tour estivo per lanciare il loro primo album che non poteva intitolarsi altrimenti che ‘Fake Dante’. Sarà vero?
Giacomo Segulia, Antonio Veneziano, Alejandro Bonn, Davide Rossi, Ilaria Marcuccilli, Mila Comel, Veronica Dariol, Omar Giorgio Makhloufi, Irene Sualdin e Enza De Rose.