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Le proposte del Sap tra protocolli operativi e cultura del rispetto

Sindacato Autonomo Polizia – Trieste – La prima riforma e la prima rivoluzione deve essere culturale perché oggi sta venendo meno, la cultura del rispetto di chi svolge una funzione pubblica. Un problema non solo degli delle forze dell'ordine, ma lo vediamo tutti i giorni nei confronti dei medici, nei confronti dei professori e di chi riveste un ruolo pubblico; quindi, molto probabilmente dobbiamo partire da lontano, già nelle nostre scuole e far comprendere che il nostro è uno stato di diritto e per tanto il rispetto delle regole fondamentale e chi svolge una funzione di servizio per la comunità e la collettività merita e gli è dovuto il rispetto.

· Da tempo da parte del c'è la richiesta di garanzie funzionali, garanzie professionali. Noi non vogliamo avere una dignità differente rispetto agli altri cittadini, abbiamo giurato fedeltà alla Repubblica di osservare la Costituzione e le leggi. Non abbiamo però il dovere di prendere le botte o essere uccisi, ma il diritto di tornare a casa sani dalle nostre famiglie. Nel dovere di garantire a tutti il diritto di manifestare e quello della convivenza civile, servono una serie di norme che garantiscono maggiori tutele agli operatori di Polizia. Il SAP chiede le body-cam sulle divise, le telecamere sulle auto di servizio e in tutti gli uffici, dove operiamo con persone sottoposte a misure di Polizia; vogliamo che la nostra opera sia assolutamente trasparente. Siamo invece assolutamente contrari agli “alfanumerici” strumenti desueti e superati, che espongono l'operatore a denunce di comportamenti che poi si dimostreranno falsi. Uno strumento i codici identificativi sostenuto spesso da soggetti animati da questioni di natura prettamente ideologica. Gli “alfanumerici” sono pericolosi perché ci rendono un obiettivo preciso: se in una manifestazione, una curva da stadio, qualcuno dovesse decidere di mirare il collega col “numero 1234” senza che questo abbia commesso nulla di illegale, quello non ne esce salvo da quella giornata di servizio; le immagini invece documentano e fissano i comportamenti di tutti nella loro interezza.

· Sul piano della formazione ne serve una ancora maggiore, perché è vero che sono stati fatti dei percorsi importanti ma la formazione non è mai sufficiente. Purtroppo, abbiamo un problema anche di di Istituti ed in questo, quello di Trieste, svolge un ruolo importantissimo, perché siamo ai massimi livelli per gli arruolamenti e quindi è un problema proprio anche di capienza non di capacità formativa.

· Oggi per l'Operatore di Polizia la grande spada di Damocle è la tutela legale. Purtroppo, oggi gli operatori sanno di essere potenziali vittime da una parte dell'atto dovuto, dall'altra delle strategie difensive di chi eventualmente viene indagato. Oggi essere indagati per fatti di servizio, viene vissuto con grande angoscia; un vero e proprio girone dantesco dal quale spesso il poliziotto, nel maggiore dei casi assolto, non può permettersi le cifre richieste per la difesa. La tutela legale è un'assoluta priorità: la proposta del SAP è che venga assolta dallo Stato con diritto di rivalsa, cioè il rapporto deve essere lo studio legale col ministero in caso di rivalsa.

· La proposta di legge dell'inasprimento delle sanzioni per violenza resistenza a pubblico ufficiale con le specifiche aggravanti è assolutamente positiva, perché oggi chi commette questi reati esce dai nostri uffici molto prima di noi, che stiamo ancora compilando i verbali e quello che è più grave è che non ne risponderà: si sentono legittimati quindi a commetterli.

· Sono indispensabili protocolli operativi che ci consentano di svolgere il servizio in sicurezza.
La proposta del SAP è che si crei un cuscinetto di sicurezza, un'area di sicurezza, un limite indicativo di 2 metri rispetto al quale l'operatore alle forze dell'ordine e manifestanti non devono entrare in contatto e chi supera quel limite e in violazione della regola. Manteniamo le distanze previste per legge.

· Un'altra proposta del SAP riguarda il Questore, che oltre a rimanere l'autorità di pubblica sicurezza, possa chiedere per le manifestazioni più difficili, dove possono essere previsti incidenti o situazioni spiacevoli la presenza del magistrato nella manifestazione, in modo che possa avere la percezione di quello che accade realmente dei tempi che l'analisi non venga fatta su freddi verbali o sulla moviola delle registrazioni. La presenza sul “campo” del Magistrato garantisce la percezione reale di quanto effettivamente sta accadendo, un'esperienza questa, già vissuta in Val di Susa nel periodo dei primi incidenti con risultati assolutamente positivi.

· Concludendo, il SAP ribadisce la necessità della cultura dell' e del rispetto delle regole. Abbiamo visto sul fatto che i colleghi abbiano provveduto all'identificazione di manifestanti; quando soggetti che hanno un ruolo e una funzione pubblica alimentano questo tipo di atteggiamento si sentono legittimati anche i ragazzi o i professionisti del disordine poi a mettere in atto comportamenti non corretti.

Lorenzo Tamaro – Segretario Provinciale SAP

Lorenzo Tamaro Sap

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