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Trieste – Villa Maria a Chiadino e il suo parco

PIERO MARUSSIG. CAMERA CON VISTA SU TRIESTE


Villa Maria e il suo parco nei capolavori in mostra al Civico Museo Sartorio
La “Polinesia mitteleuropea” ancora in attesa del suo destino
RIPRENDONO LE GUIDATE GRATUITE A CURA DI FEDERICA LUSER

Villa Maria, la splendida proprietà sul Colle di Chiadino a Trieste dove visse per un decennio Piero Marussig con la sua , in attesa di conoscere il suo destino – completamente da restaurare e ancora in vendita – può essere ammirata nella sua bellezza originaria tra i capolavori dell'artista esposti al Civico Museo Sartorio per la mostra “Piero Marussig. Camera con vista su Trieste”, promossa dal Comune di Trieste – Assessorato alle politiche della cultura e del turismo (fino al 9 ottobre, con orario da giovedì a domenica, dalle 10.00 alle 17.00, e fino alle 21.00 in occasione degli spettacoli di Trieste Estate; visite guidate gratuite ogni giovedì alle 11.00 e sabato alle 10.00 di settembre con prenotazione a edizioni.trart@gmail.com).

Piero Marussig acquistò la villa nel 1907, al suo rientro da Parigi, per stabilirsi con la moglie e la famiglia. Lunghi viali coperti da tralicci in legno per i rampicanti collegavano la casa all'ingresso. La terrazza era uno dei punti più belli del giardino. La villa era disposta su più piani, raccordati da una scala in pietra, nella sala principale un caminetto.

“A Villa Maria Piero Marussig trovò il suo Eden domestico, appartato dal resto del mondo” – afferma Alessandra Tiddia, curatore e conservatore al Mart-Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto e curatrice della mostra insieme a Lorenza Resciniti conservatore del Civico Museo Sartorio di Trieste. “ La villa e il suo parco di 3200 mq diventarono i soggetti prediletti delle sue opere. Nacquero così dipinti impregnati di un senso di agiatezza intima, quella “Gemütlichkeit” difficilmente traducibile con un sinonimo italiano, ma che corrisponde a un senso di armonia tra sé stessi e l'ambiente circostante. Una sorta di Polinesia mitteleuropea” – come la definisce la storica dell'arte Elena Pontiggia, curatrice del volume dedicato a Claudia Gian Ferrari e Piero Marussig insieme a Nicoletta Colombo e Alessandria Tiddia (Trart editore) – “per evocare quel senso di isolamento primigenio e naturale ma inserito in una tradizione culturale profondamente radicata a Trieste, quella appunto della mitteleuropa la cui matrice è ben rintracciabile nei dipinti di questi anni”.

Nel 1919 la villa venne acquistata da Ermanno Gambel (1886-1955), antiquario e commerciante di mobili, che vi andò a vivere con la moglie Antonia, di origini tedesche. La casa prese il nome di Villa Maria dal nome della madre di Ermanno Gambel. Negli anni si susseguirono più proprietari fino al 1959, quando venne acquistata dal Comune di Trieste che poi la vendette insieme al parco a una per l'eventuale realizzazione di sette unità immobiliari, su progetto elaborato dall'architetto Sergio Vesselli e già approvato.

In foto:
Scorcio di Villa Maria, Marussig 1915
Villa Maria oggi, foto Gabetti Immobiliare

scorcio di Villa Maria - 1915

scorcio di Villa Maria – 1915

Villa Maria oggi

Villa Maria, oggi

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