Trieste, scatta la mostra “Arte, scienza, etica e religione: insieme per vincere le sfide attuali”

TRIESTE– Mostra “Arte, etica, scienza e religione: insieme per vincere le sfide attuali”
14–19 ottobre 2025, Sala Xenia – Riva III Novembre 9

Dal 14 al 19 ottobre 2025, la Sala Xenia di Trieste ospiterà la mostra “Arte, etica, scienza e religione: insieme per vincere le sfide attuali”, un evento culturale volto a promuovere una riflessione sul rapporto tra le principali dimensioni della conoscenza umana e il loro contributo alla costruzione di una società più equa, coesa e sostenibile.

Promossa dall’APS Gianni Ballerio ETS, in collaborazione con i Bahá’í di Trieste, l’esposizione si articola in 10 pannelli didattico-educativi, arricchiti da testi e immagini, che illustrano il pensiero e l’impegno di figure di spicco della storia umana – tra cui scienziati, filosofi, leader spirituali e attivisti – che hanno operato a favore del progresso e del bene collettivo.

Tema centrale della mostra è l’unità del genere umano e la ricerca di una visione etica e integrata del sapere, capace di contrastare la frammentazione conoscitiva del mondo contemporaneo. Una domanda guida accompagna il visitatore lungo il percorso espositivo:
In che modo la scienza, orientata dall’etica e ispirata dalla spiritualità, può contribuire al benessere comune?

L’allestimento sarà arricchito dalle opere pittoriche degli artisti locali Masrur Imani e Shirin Colla, che dialogheranno visivamente con i contenuti della mostra.

L’inaugurazione ufficiale si terrà martedì 14 ottobre alle ore 18:30, alla presenza dell’autore e curatore Marco Bresci, da anni attivo nella divulgazione di tematiche legate alla pace, alla giustizia e alla coesione sociale.

Orari di apertura al pubblico:
15, 16, 19 ottobre: ore 10:00–13:00 / 16:00–20:00

17 e 18 ottobre: ore 10:00–13:00 / 16:00–21:00

Ingresso libero e gratuito.

La mostra si rivolge a studenti, famiglie, operatori culturali, associazioni e a tutti i cittadini interessati al dialogo tra saperi e alla promozione di una cultura della responsabilità condivisa.

mostra arte etica e religione

mostra arte etica religione


Arte, etica, scienza e religione libretto catalogo

ARTE, SCIENZA, ETICA E RELIGIONE
INSIEME PER VINCERE LE SFIDE ATTUALI
Marco Bresci, Shirin Colla, Masrur Imani
Sala Xenia, via Riva Tre Novembre, Trieste
14 – 19 ottobre 2025

Il periodo storico attuale è caratterizzato da cambiamenti sempre più veloci, violenti e dirompenti che generano sconcerto, timore, insicurezza, incertezza per il futuro, rassegnazione e frustrazione per un senso di impotenza su un processo distruttivo che sembra essere irreversibile. Si moltiplicano i conflitti, si violano i diritti universali, si distruggono equilibri consolidati, patti, trattati, conquiste sociali, territori, habitat, ci si impossessa impunemente di beni comuni e di risorse naturali senza pensare alle generazioni che verranno. La pressione non è solamente sull’ambiente esterno, sulla Terra, ma anche sull’ambiente interno, sulla propria interiorità, sull’“anima”, quella parte migliore che dovrebbe svilupparsi e manifestare virtù e qualità come saggezza, sapienza, solidarietà,
equilibrio e moderazione..

Sembra oramai evidente che:
– una nazione da sola non può risolvere le emergenze globali;
– una religione da sola non può risolvere le emergenze globali;
– la scienza da sola è impotente a cambiare i comportamenti umani;
– l’etica non riesce da sola a orientare positivamente i comportamenti;
– nemmeno l’arte, da sola, riesce ad elevare le anime della massa delle persone.

Sono tutti punti di forza su cui fare leva per migliorare le tragiche condizioni del mondo. Per una maggiore efficacia si richiede una collaborazione universale, una visione olistica che possa abbracciare arte, scienza, etica, religione. Su quali basi costruire una collaborazione interdisciplinare e trasversale? Sicuramente un buon punto di partenza è riconoscere una piattaforma di principi universali:
– unità del genere umano, l’Umanità è unica ed indivisibile, essa necessita di unità nella diversità, una unità inclusiva, non esclusiva;
– unità tra le nazioni che sono le membra dell’Umanità, per arrivare ad un Patto per una Pace Mondiale e per la difesa dell’ambiente;
– unità tra i popoli;
– unità tra le religioni che sono sorelle e figlie di un Dio unico;
– unità e armonia tra scienza e religione;
– etica e moralità nella conduzione di tutti gli affari umani.

La storia ha dimostrato che non si può volare con la sola ala della scienza o con la sola ala della religione. Occorre attingere ai dati della scienza e contemporaneamente seguire gli insegnamenti rivelati dai fondatori delle religioni per poter gestire relazioni e problematiche sempre più complesse.
L’arte è una componente importante per il suo messaggio universale, senza intermediari, unisce le persone indipendentemente dalla lingua, dall’etnia, dalla fede di appartenenza. L’arte è l’espressione
creativa dell’esperienza umana, capace di comunicare emozioni, idee, visioni e valori attraverso forme, suoni, parole, gesti o immagini.

Immagine simbolica, realizzata dall’intelligenza artificiale, alla richiesta di creare quattro persone in rappresentanza di arte, scienza, etica e religione che collaborano unite per vincere le grandi sfide mondiali sullo sfondo:
guerre, conflitti, riscaldamento globale, povertà, ingiustizie, eccesso di tecnologia.

Questa visione ha necessità di una educazione universale alla cittadinanza mondiale, al rispetto del prossimo, come insegna la “Regola Aurea”, all’applicazione della giustizia in tutti gli affari umani
e di principi che potrebbero essere codificati in una Costituzione della Terra, come quella proposta da Luigi Ferrajoli.

Le crisi sono opportunità di crescita. La destabilizzazione in atto rimesta le coscienze, spinge a trovare soluzioni condivise, perché stavolta, a differenza del passato, l’Umanità rischia l’estinzione,
per cui o si cerca di salvare tutti o non ci si salva. Una celebre frase attribuita ad Albert Einstein avvalora il fatto che «Non possiamo risolvere i problemi usando la stessa mentalità che li ha generati.»
La presente mostra vuole stimolare pertanto una riflessione sulla necessità di alzare il livello culturale e morale per affrontare le immani sfide del nostro tempo, in una visione che comprenda
arte, scienza, etica e religione.

Questo libretto – catalogo arricchisce quanto riportato sui pannelli della mostra che ha l’obiettivo di stimolare le persone a riflettere sulla costruzione delle fondamenta di una civiltà mondiale, unita, pacifica, giusta, equa, ed ecosostenibile.

Le fonti del testo sono tratte dalla scienza, dalla filosofia, dagli scritti della fede bahá’í e delle altre fedi.

La mostra con i pannelli didattici è stata realizzata nel 2019. È stata esposta nella Biblioteca Comunale di Selvazzano (PD) dal 5 al 19 novembre 2022 ed a Spazio Zero – Arte Contemporanea nei giorni 15 – 25 aprile 2023.

A Trieste sarà visitabile nei giorni 14 – 19 ottobre 2025 presso La Sala Xenia, ex sala del Giubileo ed arricchita con le opere di due artisti, Shirin Colla, Masrur Imani.

Sala Xenia, via Riva Tre Novembre, 34121 Trieste TS, telefono: 040 634830.
La Sala è della comunità greco-orientale di Trieste. È situata a fianco della Chiesa greco-orientale che è dedicata alla SS. Trinità ed a S. Nicola.
Un ringraziamento a tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione della mostra ed un augurio a tutti coloro che la visiteranno e leggeranno il libretto catalogo affinchè possa essere fonte di
ispirazione, e possa stimolare riflessioni positive e nuove azioni nel campo educativo, sociale, culturale ed artistico.

Marco Bresci, Shirin Colla, Masrur Imani

«La Terra non appartiene all’uomo, è l’uomo che appartiene alla Terra».
[Nativi americani]

«La Terra fornisce abbastanza risorse per soddisfare i bisogni di ogni uomo, ma non l’avidità di ogni uomo».
[Mahatma Gandhi]

«Tutti gli esseri viventi hanno il diritto naturale di provvedere al loro sostentamento. Tutti i membri della comunità terrena, inclusi gli esseri umani, hanno il diritto di provvedere al loro sostentamento: hanno diritto al cibo e all’acqua, a un ambiente sicuro e pulito, alla conservazione del loro spazio ecologico. Le risorse vitali necessarie per il sostentamento non possono essere
privatizzate. Il diritto al sostentamento è un diritto naturale perché equivale al diritto alla vita. È un diritto che non può essere accordato o negato da una nazione o da una multinazionale. Nessun
Paese e nessuna multinazionale ha il diritto di vanificare o compromettere questo genere di diritto, o di privatizzare le risorse comuni necessarie alla vita.»
[Vandana Shiva]

Il nostro Pianeta assiste ad un velocissimo aumento della popolazione. Il primo miliardo è stato raggiunto nel 1800, nel 2022 sono stati raggiunti 8 miliardi di esseri umani. Si stima inoltre che la popolazione continuerà a crescere raggiungendo 9,7 miliardi nel 2050. La crescita demografica e la crescita dei consumi pro capite ha un impatto gigantesco sulla biosfera e sul Pianeta in termini di
consumo di risorse, materie prime, energia, territori, nonché per le quantità di emissioni e di rifiuti.

Per avere una misura di riferimento sull’impatto delle attività umane è stato introdotto il concetto di impronta ecologica.1 Da qui è nato Earth Overshoot Day (EOD): è il giorno che segna l’esaurimento
delle risorse rinnovabili che la Terra è in grado di rigenerare in un anno. E arriva sempre prima, per cui il debito con la natura cresce. Sono attualmente consumate risorse pari a circa 1,7 volte la capacità rigenerativa annuale del Pianeta Terra. Si può stimare inoltre che procedendo di questo passo intorno al 2050 l’Umanità consumerà ben il doppio di quanto la Terra produca, ci vorrebbero pertanto 2 Terre per soddisfare i consumi. Ma non esiste un Pianeta B da colonizzare e sfruttare! Quanto potrà durare ancora l’illusione di una crescita indefinita della popolazione, dei consumi, dell’economia basata sul solo profitto e sul devastante impatto ambientale?
Nel 1968 nacque il Club di Roma. La sua missione è di agire come catalizzatore dei cambiamenti globali, individuando i principali problemi che l’Umanità si troverà ad affrontare, analizzandoli in un
contesto mondiale e ricercando soluzioni alternative nei diversi scenari possibili. Nel 1972 fu pubblicato Il Rapporto sui limiti dello sviluppo .2 Il rapporto, basato sulla simulazione al computer
World3, predice le conseguenze della continua crescita della popolazione sull’ecosistema terrestre e sulla stessa sopravvivenza della specie umana. Così scriveva Aurelio Peccei:
«Senza una forte ventata di opinione pubblica mondiale, alimentata a sua volta dai segmenti più creativi della società – i giovani e l’intellighenzia artistica, intellettuale, scientifica, manageriale – la classe politica continuerà in ogni paese a restare in ritardo sui tempi, prigioniera del corto termine e d’interessi settoriali o locali, e le istituzioni politiche, già attualmente sclerotiche, inadeguate e ciò non pertanto tendenti a perpetuarsi, finiranno per soccombere. Ciò renderà inevitabile il momento rivoluzionario come unica soluzione per la trasformazione della società umana, affinché essa riprenda un assetto di equilibrio interno ed esterno atto ad assicurarne la sopravvivenza in base alle nuove realtà che gli uomini stessi hanno creato nel loro mondo.»

L’impronta ecologica è un indicatore complesso utilizzato per valutare il consumo umano di risorse naturali rispetto alla capacità della Terra di rigenerarle. Essa misura la “porzione di territorio”, terra o acqua, di cui un individuo, una famiglia, una comunità, una città, una popolazione necessita per produrre in maniera sostenibile tutte le risorse che consuma e per assorbire i rifiuti. Per calcolare l’impronta ecologica la prima operazione da fare è quella di suddividere i consumi, di una determinata comunità o nazione, in categorie per cui sia facile valutare quale sia la richiesta di terreno necessaria per procurare, mantenere, e mettere a disposizione il bene in questione. Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Impronta_ecologica

Il libro The Limits to Growth, (I limiti dello sviluppo), commissionato al MIT – Massachusetts Institute of Technology, dal Club di Roma, fu pubblicato nel 1972 da Donella H. Meadows, Dennis L. Meadows, Jorgen Randers e William W. Behrens III. Scaricabile l’introduzione in italiano da https://marialuigia.eu/wp-content/uploads/i-limiti-dellosviluppo_1972_introduzione-di-aurelio-peccei1.pdf ed il testo completo nella versione in inglese da http://www.donellameadows.org/wp-content/userfiles/Limits-to-Growth-digital-scan-version.pdf

I limiti dello sviluppo: grafico che riporta una proiezione per risorse naturali, produzione industriale, popolazione mondiale, inquinamento risorse alimentari.

Le previsioni si sono dimostrate imprecise sui tempi, anche a causa della difficoltà di reperire i dati in ingresso, come per esempio la quantità di petrolio ancora estraibile dal sottosuolo.
Dopo 50 anni dalla nascita del Club di Roma è uscito l’aggiornamento. Per invito del Club, il System Dynamics Group del MIT ha svolto una ricerca, le cui conclusioni sono esposte in un secondo rapporto, edito nel 2018, per simulare in un modello matematico globale, con l’impiego di computer, le tendenze e le interazioni di un certo numero di fattori dai quali dipende la sorte della società nel suo insieme: l’aumento della popolazione, la disponibilità di cibo, le riserve e i consumi di materie prime, lo sviluppo industriale, l’inquinamento. Lo studio del MIT si propone di definire chiaramente i limiti fisici e le costrizioni relative alla crescita demografica e all’attività materiale dell’Umanità sul nostro Pianeta. Nell’edizione aggiornata si conferma il grado di accuratezza con cui lo studio originario venne condotto e le conclusioni a cui giunse, vere e urgenti oggi più di allora. 3 Sono sotto gli occhi di tutti gli effetti di uno sviluppo indiscriminato: i cambiamenti climatici, gli oceani che stanno diventando delle discariche con delle vere e proprie isole di plastica, il decadimento sociale, la rottura di patti internazionali come quello sul disarmo nucleare, le crisi globali mettono a dura prova la stessa sopravvivenza dell’Umanità.

Per quanto riguarda le conseguenze dovute al riscaldamento globale, a causa della combustione di carbone, petrolio, metano, foreste, ci sono scienziati che addirittura prevedono le date di inizio di condizioni inabitabili per l’essere umano. È ormai allarme generale per i pessimi segnali che provengono da ogni latitudine e longitudine.
Nelle Isole Svalbard, a 900 km dal Polo Nord, c’è la Banca Mondiale dei Semi, creata per far ripartire la civiltà in caso di conflitto nucleare, oppure di uno scontro della Terra con un grosso meteorite o con una cometa, oppure nell’eventualità di esplosione di super vulcani. Tutti eventi capaci di originare il buio per le polveri che si sollevano, l’inverno nucleare, per il raffreddamento in assenza di irraggiamento solare, in grado di annientare flora e fauna e quindi l’agricoltura.

I limiti alla crescita. Rapporto del System Dynamics Group del MIT per il progetto del Club di Roma sulla difficile situazione dell’umanità, di Donella H. Meadows, Dennis L. Meadows, Jorgen Randers, William W. Behrens III, Lu::Ce Edizioni, 30 set 2018.

La Banca Mondiale dei Semi delle Isole Svalbard (the Svalbard Global Seed Vault), Foto di Mari Tefre, pubblicata su Business Insider Italia, 23.02.2017, https://it.businessinsider.com/syrian-seeds-return-to-svalbard-doomsday-seed-vault2017-2/?r=UK&IR=T

Foto pubblicata su The Guardian nell’articolo: «Cambiamento climatico. La Roccaforte Artica dei semi del mondo inondato dopo lo scioglimento del permafrost. Nessun seme è andato perduto, ma la capacità del caveau di fornire una protezione a prova di errore contro tutti i disastri è ora minacciata dal cambiamento climatico.», 19.05.2017, https://www.theguardian.com/environment/2017/may/19/arctic-stronghold-of-worlds-seeds-flooded-after-permafrostmelts

Ebbene, a maggio del 2017 la Banca dei Semi si è allagata per le infiltrazioni di acqua dovuto allo scioglimento del permafrost, emergenza globale, non prevista al momento della progettazione della fortezza, che sembrava essere nel posto più sicuro al mondo, al riparo di variazioni di temperature e pressione, lontano da zone sismiche… Ma non è così. Si continua a contaminare l’atmosfera con le emissioni e pertanto è iniziata ad aumentare la temperatura media globale (prima fase del cambiamento climatico), hanno iniziato a sciogliersi a ritmo sempre più accelerato l’Artico ed i ghiacci sulla terraferma (seconda fase) ed ha cominciato a sciogliersi il permafrost (fase tre).4 Lo scioglimento del permafrost provoca rilascio di anidride carbonica e di metano, pericoloso gas serra 21 volte peggiore della CO2.
«Uno scienziato di Woods Hole5 fa appello per una ricerca sui punti di svolta. Con così tanto carbonio immagazzinato nel permafrost, ogni livello di riscaldamento che comincia a sbloccare importanti volumi della sua significativa riserva può dare come risultato il superamento di un punto di non ritorno climatico. Scatenando in questo modo retroazioni di amplificazione che non si arrestano, finché gran parte o tutto il carbonio venga rilasciato e noi veniamo proiettati in nuovi stati climatici molto più caldi. Dato il fatto che stiamo già iniziando ad entrare nella gamma di temperature dell’Eemiano – un periodo in cui il mondo era caldo come adesso o di più, ma l’Artico è rimasto ragionevolmente più freddo – è più che ragionevole ipotizzare che un tale pericolo sia già su di noi.

Oggi, un emerito scienziato, il dottor Max Holmes, ha definito tale minaccia “reale ed imminente”, dichiarando:
“Il rilascio di gas serra che risulta dallo scioglimento del permafrost dell’Artico potrebbe avere conseguenze catastrofiche globalmente. Gli Stati Uniti devono guidare uno sforzo su larga scala per trovare il punto di svolta – a quale livello di riscaldamento il ciclo di riscaldamento e lo scioglimento del permafrost diventeranno impossibili da fermare. La minaccia reale ed imminente posta dallo scioglimento del permafrost dev’essere comunicata chiaramente ed ampiamente all’opinione pubblica ed alla comunità politica”.
Il dr. Holmes è stato sostenuto da altri scienziati di Woods Hole nel lancio di questo appello per incrementare la ricerca in quella che ora considerano una minaccia crescente ed imminente. Il “punto di svolta” generalmente accettato per il rilascio di riserve dal permafrost tende ad essere intorno ai 2°C. Il problema è che abbiamo già emesso sufficiente CO2, metano ed altri gas serra da riscaldare la Terra di 2-4°C sul lungo termine e di circa 1,4-1,9°C in questo secolo. Quindi sembra che abbiamo già un grande slancio verso il punto di svolta dello scioglimento del permafrost e relativo rilascio di carbonio».6
Dal summit della Terra, a Rio De Janeiro, nel 1992, la concentrazione dei gas serra aumenta ogni anno nonostante i summit, gli incontri internazionali e gli accordi formali. Come se non bastasse, il conflitto in Ucraina fra est ed ovest fa passare in secondo piano la questione ambientale e non si parla dei danni diretti ed indiretti all’ambiente causati da questa guerra. La guerra è insostenibile. Le sfide globali hanno necessità di risposte e sforzi universali.
Da qui la frustrazione degli scienziati che da decenni avvertivano che se non si fosse cambiato il sistema economico industriale saremmo andati verso conseguenze irreversibili. Guardando solo i dati, i grafici ed i rapporti scientifici, sembrerebbe proprio che non ci sia scampo, perché ci stiamo avvicinando pericolosamente al punto di non ritorno climatico, che creerà condizioni di inabitabilità

U.S. scientists warn leaders of dangers of thawing permafrost, «Gli scienziati americani avvertono i leader dei pericoli dello scioglimento del permafrost», pubblicato il 27.08.2015, http://whrc.org/u-s-scientists-warn-leaders-of-dangers-ofthawing-permafrost/

Woods Hole Oceanographic Institution, U.S.A, http://www.whoi.edu/ . La Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI) è un’organizzazione privata e nonprofit di ricerca, di studio e di educazione dedicata alle scienze marine e alla produzione di relative opere ingegneristiche. La sua sede è a Woods Hole in Massachusetts.

Prof. Ugo Bardi, Lo scioglimento catastrofico del permafrost: una cosa “reale e imminente”, pubblicato su Effetto Cassandra il 30.09.2015, https://ugobardi.blogspot.com/2015/09/lo-scioglimento-catastrofico-del.html per il genere umano. Tutti i popoli ormai sperimentano eventi climatici estremi sempre più frequenti, inaspettati, distruttivi e cresce il senso di paura e di impotenza.
Non c’è solo la contaminazione dell’atmosfera, ma anche quella delle acque. Si potrebbe arrivare alla stessa drammatica conclusione di punto di non ritorno esaminando le conseguenze dei rifiuti che si stanno accumulando nei mari e negli oceani. La scelta commerciale ed economica dell’usa e getta è stata devastante e sembrerebbe irreversibile per gli effetti sugli habitat.
I dati scientifici misurano i cambiamenti repentini ed indicano un grande pericolo incombente per l’Umanità.
I grandi inquinatori, coloro che mettono a repentaglio la sopravvivenza delle specie umana godono ovunque di impunità, possono fare quello che vogliono, come bambini senza una guida. Non ci si può stupire se allora l’Umanità sia gravemente ammalata ed agonizzante.
Si può immaginare lo sconforto e l’impotenza degli scienziati contemporanei che non riescono a convincere politici, multinazionali e decisori a utilizzare un nuovo modello di sviluppo, coerente, equo, sostenibile ed equilibrato.
Sembra ormai chiaro che la scienza e la tecnologia da sole non riescono a garantire una qualità di vita accettabile sulla Terra per ogni cittadino del mondo, presente o futuro. Lo scienziato Gustave Speth7 afferma: «Noi scienziati non sappiamo cosa fare. Una volta pensavo che i principali problemi ambientali fossero la perdita di biodiversità, il collasso degli ecosistemi ed il cambiamento climatico.
Pensavo che trent’anni di buona scienza potessero affrontare questi problemi, Mi sbagliavo. I principali problemi ambientali sono l’egoismo, l’avidità, l’apatia e per affrontarli abbiamo bisogno di una trasformazione culturale e spirituale. E noi scienziati non sappiamo come farlo. […] Il materialismo è un veleno per la felicità, e stiamo perdendo la connessione con la natura.»
Occorre cercare una via di uscita su basi più ampie dove scienza, etica e religione facciano parte di una visione integrata ed armonizzata.
Nella ricerca della verità, di soluzioni adeguate, giuste ed eque, non si può prescindere dalla rivelazione religiosa, ovvero dall’altro grande sistema di conoscenza umana.
Alla base di tutto ci sono i comportamenti umani e quindi è opportuno parlare di vera conoscenza, di etica e di morale. Le parole sono convenzioni, per una corretta comunicazione è bene rispolverare il dizionario. Alla voce conoscenza, si trova «Apprendimento di nozioni, di consapevolezza; venire a conoscenza di un fatto; padronanza di una materia; repertorio di cognizioni su uno specifico argomento.» Alla parola morale si legge «Ricerca di ciò che è bene per l’uomo, di ciò che è giusto fare o non fare, di ciò che riguarda la vita pratica, considerata nel suo atto fondamentale di scelta tra bene e male, giusto e ingiusto; che rispetta i principi di giustizia, onestà e pudore; che non è puramente economico, quantificabile e rientra nella sfera dell’interiore, del simbolico, dello spirituale. Il complesso delle norme accettate da una società che sono alla base del comportamento. La scienza e la speculazione, filosofica o religiosa, relative al comportamento umano.»

Secondo il punto di vista bahá’í, nella ricerca della verità esistono quattro criteri della conoscenza disponibili:
1) sensi;
2) intelletto;
3) intuizione o ispirazione;
4) sacre scritture o tradizione.
Tali criteri, presi singolarmente, sono limitati nelle possibilità e fallibili nei risultati, per cui nella ricerca della conoscenza è preferibile cercare di utilizzarli tutti contemporaneamente.
1) I sensi sono importanti, la vista e l’udito sono i nostri principali strumenti di conoscenza. Non si può fare affidamento solo su ciò che è percepibile ai sensi, perché ci possono trarre in inganno. I miraggi nel deserto sono un classico esempio di abbaglio.
James Gustave (Gus) Speth (nato il 4 marzo 1942 a Orangeburg, South Carolina) è un giurista e avvocato ambientale americano. Nel 1982, ha fondato lo World Resources Institute, a Washington, D.C.

Fonte: Il Sabatini Colletti – dizionario della Lingua Italiana.

2) L’intelletto è fondamentale perché permette di concepire la realtà e l’astratto. Anche in questo caso non si può fare affidamento solo su ciò che è logico, ammissibile e comprensibile alla ragione oppure è frutto di estrapolazione o astrazione. I modelli rappresentativi della realtà fisica sono pur sempre approssimazioni create dall’uomo e quindi hanno dei limiti intrinseci. Si basano su principi fisici
generali che valgono finché non si trova un’esperienza che dimostri il contrario. L’intelletto apprende per processi deduttivi e induttivi. La teoria geocentrica era frutto dell’intelletto ed è stata confutata dopo molti secoli. Le opinioni spesso sono discordanti e anche questo dimostra che l’intelletto preso da solo non è uno strumento sufficiente nell’approccio della ricerca. La verità non sta sempre dalla parte della maggioranza (il geocentrismo è caduto con l’evidenza sperimentale, non perché è diventata opinione diffusa). Le contraddizioni si moltiplicano se l’intelletto si basa solo su dati provenienti da cognizioni materiali, ignorando la visione d’insieme e le conoscenze della realtà spirituale. L’uomo ha l’esclusiva capacità di conoscere anche la realtà spirituale, attraverso gli altri due strumenti in suo possesso: l’intuizione e le sacre scritture.

3) L’intuizione o ispirazione è istantanea, una conoscenza che si manifesta in modo “folgorante” (simboleggiata nei fumetti da un lampo), non è frutto di una elaborazione mentale con processi cognitivi deduttivi – induttivi. Non è a comando, però si può favorire attraverso un’adeguata educazione. L’ispirazione è la facoltà della meditazione oppure di accedere a delle conoscenze con modalità diverse dal ragionamento o dalla conoscenza sensoriale. Si racconta che Einstein abbia
concepito la Teoria della Relatività in sogno. La facoltà della meditazione si può indirizzare indifferentemente sia sulla realtà materiale che su quella spirituale, riflette9 come uno specchio l’immagine verso la quale si volge. Anche in questo caso la sola facoltà della meditazione non è sufficiente come strumento di indagine, perché per distinguere la realtà dal sogno o dalla fantasia, il tutto si deve analizzare anche con gli altri metodi e criteri.

4) Le sacre scritture non sono molto note. Spesso ci si rivolge a “esperti” per chiedere delucidazioni sulle questioni più varie. Non sono oggetto di studio sistematico da parte della popolazione. Ciò comporta una non conoscenza diffusa dei testi sacri. Spesso e volentieri si antepone lo studio di opere scritte da esseri umani, anziché dai Maestri di Vita. Ciò rende il terreno fertile a tutti coloro che sfruttano l’ignoranza delle persone per manipolarle secondo fini diversi da quelli indicati dalle sacre scritture. Si creano artificiose barriere religiose per dividere le persone o, peggio, per spingerle in guerra. Il linguaggio spesso metaforico ha creato problemi di interpretazione, sfociati in divisioni e conflitti. Altri fenomeni, da una parte il miracolismo, usato come metro per giudicare la grandezza dei Maestri, e dall’altra l’Inquisizione, hanno contribuito a scavare quel solco fra materia e spirito, scienze della natura e riflessione dell’uomo sulle proprie problematiche esistenziali, tra scienza e religione.
Le sacre scritture hanno dei riferimenti metaforici da non interpretare alla lettera. Qui sta la radice di molti conflitti chiamati poi religiosi. Le religioni sono sorelle, perché provengono da una stessa Fonte.
Esse sono figlie di un unico Creatore e invitano a leggere le sacre scritture con i sensi, l’intelletto, l’intuizione. La raccomandazione principale e universale di tutti i messaggi religiosi è di mettere in pratica gli insegnamenti morali. Non conta tanto “credere” o “non credere”, quanto “essere”. La sincerità, l’onestà, la coerenza, l’amore sono le qualità richieste ai credenti di ogni religione. L’insegnamento religioso che sia in disaccordo con la scienza è pura invenzione. «La realtà è una e non ammette molteplicità».

«Uno l’uomo, benché molteplici siano i suoi strumenti e i criteri di conoscenza; uno il metodo diindagine di quell’unica realtà, il metodo scientifico; uno il frutto del suo sforzo di conoscenza, la scienza; una la prova della validità di questa scienza, i frutti di unità e di pace prodotti nella vita umana.»

Riflessione o meditazione sono infatti sinonimi.
‘Abdu’l-Bahá, Antologia, Casa Editrice Bahá’í, pag. 280. ‘Abdu’l-Bahá (1844-1921), Figlio del Fondatore della Fede Bahá’í, fu designato come Successore e Interprete degli Scritti di Bahá’u’lláh, guidò la Comunità Bahá’í dal 1892 al 1921.

Julio Savi, Nell’universo sulle tracce di Dio, Editrice Nùr, 1988, pag. 37.

«Noi possiamo paragonare la scienza a un’ala e la religione a un’altra. Un uccello necessita di due ali per volare, una soltanto sarebbe inutile. Qualsiasi religione che contraddice la scienza o si oppone ad essa, non è che ignoranza, poiché l’ignoranza è l’opposto della sapienza.
Una religione che consista soltanto in riti, in cerimonie e in pregiudizi non può essere la Verità. Cerchiamo sinceramente d’essere la causa della unione della scienza e della religione.
‘Ali, il genero di Maometto, disse: «Ciò che si conforma alla scienza si conforma pure alla religione». Tutto ciò che l’intelligenza umana non può accettare, la religione non dovrebbe accettarlo. La religione e la scienza camminano a braccetto e qualsiasi religione contraria alla scienza non è la verità.»

I due sistemi di conoscenza sono due facce di una stessa realtà. È interessante leggere ciò che scriveva Albert Einstein:
«Scienza e Religione non in contrasto, ma complementari. Non dovrebbe essere difficile raggiungere un accordo su ciò che intendiamo per scienza. La scienza è il tentativo, che dura ormai da secoli, di coordinare mediante il pensiero sistematico i fenomeni percettibili di questo mondo in un insieme quanto più possibile completo. Con un’espressione più ardita, essa rappresenta il tentativo di ricostruire a posteriori l’esistenza mediante il processo concettuale. Quando però mi domando che cos’è la religione, non riesco a pensare a una risposta così facilmente. E anche se trovo una risposta che può soddisfarmi in questo particolare momento, resto sempre della convinzione che non riuscirò mai in alcun modo a mettere d’accordo tutti coloro che hanno preso in seria considerazione questo problema.
Per il momento, quindi, anziché domandare che cosa sia la religione preferirei domandare che cosa caratterizzi le aspirazioni di una persona che mi dà la sensazione di essere religiosa. A me sembra che una persona illuminata dalla religione sia una persona che si è liberata, al meglio delle sue possibilità, dalle catene dei propri desideri egoistici, e che si preoccupa solo di pensieri, sentimenti e aspirazioni cui aderisce in base ad un loro valore che trascende l’individuo. Mi sembra che ciò che importa sia la forza di questo contenuto che trascende la persona, e la profondità della convinzione riguardante il suo superiore contenuto, indipendentemente dal fatto che venga compiuto un qualsiasi
tentativo di collegare tale contenuto con un Essere divino, poiché in caso contrario sarebbe impossibile considerare Buddha o Spinoza come personalità religiose. Di conseguenza, una persona religiosa e devota non ha dubbi circa il significato e la grandezza di quegli obiettivi e di quei fini che trascendono la singola persona e che non necessitano, né sono suscettibili, di un fondamento razionale, poiché esistono con la stessa necessità e con la stessa realtà con la quale esiste egli stesso.
In questo senso la religione è l’antico tentativo dell’Umanità di diventare chiaramente e completamente cosciente di questi valori e di questi fini e di rafforzare ed estendere costantemente la loro efficacia. Se si concepiscono la religione e la scienza secondo queste definizioni allora è evidente che fra di esse non è possibile alcun contrasto. La scienza, infatti, può solo accertare ciò che è, ma non ciò che dovrebbe essere, ed al di fuori del suo ambito restano necessari i giudizi di valore di ogni genere. La religione, d’altra parte, ha a che fare solo con i giudizi di valore sul pensiero e sull’azione umana: non può con diritto parlare dei fatti e delle relazioni esistenti fra i fatti stessi.
Secondo questa interpretazione i noti conflitti fra religione e scienza verificatisi in passato debbono essere attribuiti a un’interpretazione errata della situazione che abbiamo ora descritto. […]

‘Abdu’l-Bahá, La Saggezza, Casa Editrice Bahá’í, pag. 159-160.
Albert Einstein, Pensieri degli anni difficili, Universale Scientifica Boringhieri, 2014.

Finalmente si riconosce che non si può volare con la sola ala della scienza o con la sola ala della religione.
Oggetto della ricerca della scienza è scoprire le leggi che regolano l’Universo e migliorare la qualità della vita materiale, attraverso le applicazioni nei vari settori, tecnologico, dei trasporti, delle comunicazioni, del sistema sanitario, agricolo, ecc…
Oggetto della ricerca della religione è orientare i comportamenti umani per migliorare la qualità della vita materiale e spirituale, per far avanzare la civiltà umana tramite l’applicazione della legge divina per l’epoca in cui si è manifestata.
Come armonizzare i due campi di indagine in una sintesi costruttiva? La ricerca è utile se produce frutti di pace e unità. Questo è uno dei criteri di giudizio da applicare nelle applicazioni delle scoperte e delle intuizioni per superare le difficoltà esistenti.
«La realtà è ragionevolezza e la ragionevolezza è sempre apportatrice di uno stadio onorevole per l’uomo. La realtà è la guida di Dio per l’uomo. La realtà è la causa di illuminazione del genere umano. La realtà è amore sempre all’opera per il benessere del genere umano. La realtà è il legame che unisce i cuori. Questo innalza sempre l’uomo a stadi superiori di progresso e di conquiste. La realtà è l’unità del genere umano, che conferisce vita eterna. La realtà è la perfetta
parità, la base dell’accordo fra le Nazioni, il primo passo verso la pace internazionale.»
Ecco allora che le decisioni, idee, i progetti vanno pianificati alla luce dell’unità, del benessere collettivo.
Cosa dicono gli scritti sacri delle religioni riguardo alla storia umana?
Secondo la visione bahá’í esiste un Dio unico che invia i suoi Messaggeri per guidare l’Umanità e Bahá’u’lláh (1817-1892) è la Manifestazione di Dio per questa epoca. Nei Suoi Scritti ci sono numerosissimi riferimenti a questa epoca, particolarmente difficile per crisi di valori, prove, disorientamento, tribolazioni.
«Sproniamo gli uomini in questi giorni in cui il sembiante della Giustizia è appannato dal velo della polvere, le fiamme della miscredenza divampano e il manto della saggezza è lacerato, la tranquillità e la fedeltà son declinate e rincrudite le prove e le tribolazioni, sono stati infranti i patti e recisi i legami e nessuno sa come distinguere la luce dalle tenebre o dall’errore la guida.
O popoli del mondo! Abbandonate il male e aggrappatevi a ciò che è bene. Adopratevi a essere fulgidi esempi per tutta l’umanità e vero ricordo delle virtù di Dio fra gli uomini. Colui che si leva al servizio della Mia Causa deve palesare la Mia saggezza e fare ogni sforzo per bandire l’ignoranza dalla terra. Siate uniti nelle opinioni e un sol uomo nei pensieri: ogni mattina sorga migliore della sera che l’ha preceduta e ogni giorno più ricco del suo ieri. Il merito dell’uomo è nel servizio e nelle virtù e non nello sfarzo dell’opulenza e della dovizia. Badate che le vostre parole siano forbite da oziose fantasie e desideri mondani e che le vostre opere siano purificate dall’astuzia e dal sospetto.
Non sperperate i tesori delle vostre vite preziose ad incalzare affetti turpi e corrotti e non sprecate energie nel curare i vostri interessi personali. Siate generosi nelle ore di prosperità e nei giorni di distretta pazientate. L’avversità è seguita dal successo e alla gioia succede il dolore. Guardatevi dall’ozio e dall’indolenza e afferratevi a ciò che giova a tutti, giovani o vecchi, nobili o umili. Attenti a non seminare zizzanie di dissenso tra gli uomini e a non piantare i rovi del dubbio in cuori puri e radiosi.
O amati del Signore! Non commettete ciò che intorbida il limpido rivo dell’amore o disperde la soave fragranza dell’amicizia. Per la giustizia di Dio! Siete stati creati per mostrare reciproco amore e non acredine e perversità. Non fatevi vanto d’amare voi stessi, bensì il prossimo vostro. Non vi gloriate d’amare il vostro paese, sibbene l’intera Umanità.
Sia casto il vostro occhio, fedele la mano, verace la lingua e illuminato il cuore. Non avvilite lo stadio dei dotti di Bahá e non sminuite il rango degli uomini di stato che amministrano la giustizia in mezzo a voi. Confidate nell’esercito della giustizia, indossate l’usbergo della saggezza, siano vostri ornamenti la misericordia e l’indulgenza e ciò che consola i cuori dei favoriti di Dio.»
Tuttavia, si può trovare luce e motivo di speranza nella rivelazione bahá’í che prevede prove e dolore per l’Umanità, ma anche uno suo straordinario sviluppo. Bahá’u’lláh (1817-1892), il Fondatore della fede bahá’í, indica in queste parole una trasformazione radicale del mondo che si attuerà nel tempo:
«Per il Mio Essere! S’avvicina il giorno in cui abrogheremo l’ordine del mondo e ciò che esso contiene, dispiegando un nuovo ordine in sua vece. Egli ha, invero, potere su tutte le cose.»
La parola abrogheremo, è molto forte, vuol dire scomparsa completa del mondo così come lo vediamo oggi, ma che continuerà ad evolversi su basi completamente diverse. Le oscillazioni, le turbolenze, i grandi sconvolgimenti di questa era, fanno parte di un processo volto a far nascere nuovi gradi di consapevolezza, responsabilità, sia a livello collettivo che individuale, requisiti necessari per far sbocciare una civiltà che persegua la pace mondiale permanente, la giustizia sociale, la prosperità universale. Anche se persone senza scrupoli che vanno al potere, sembrano voler annullare gli effetti dei gruppi che lavorano per l’ambiente, per il rispetto dei diritti, per la pace mondiale, per la giustizia,
la promessa di un nuovo ordine mondiale, sarebbe di incoraggiamento e conforto per continuare l’impegno per migliorare le condizioni del mondo. Tuttavia questa Promessa di un futuro luminoso indica che c’è un Grande Progetto per il genere umano, che va molto al di là dei nostri sforzi e smentisce le paure e le previsioni più oscure, poiché oltre il libero arbitrio esiste un ordine provvidenziale e divino.
Shoghi Effendi, Custode della fede bahá’í, descrive la presente epoca con queste parole:

Tavole di Bahá’u’lláh, LAWH – I – HIKMAT (Tavola della Saggezza), pag. 125-6.
Spigolature dagli Scritti di Bahá’u’lláh, CXLIII, 3.

Shoghi Effendi, Custode della Fede Bahá’í dal 1921 al 1953.17

Nei testi bahá’í si evidenzia l’importanza di conoscere se stessi, di elevare il proprio comportamento, di raggiungere saggezza e cultura per servire l’Umanità.
«Il primo Taráz e il primo fulgore albeggiato all’orizzonte del Libro Primigenio è che l’uomo conosca se stesso e discerna ciò che conduce alla grandezza o all’umiliazione, alla gloria oppure al disonore, alla ricchezza ovvero alla miseria.»

«Il Grande Essere dice: L’uomo munito di una vasta erudizione e il saggio dotato di penetrante saggezza sono come gli occhi per il corpo del genere umano; se Dio vorrà, la Terra non verrà mai privata di questi due sommi doni.
Ciò che è stato esposto e che sarà rivelato nel futuro non è che un pegno dell’ardente desiderio di questo Servo di dedicarSi al servizio di tutte le tribù della Terra.»
L’armonia tra scienza e religione è uno dei fondamentali principi della fede bahá’í.
Si sente spesso la frase «Non c’è più religione!». Ma a questa affermazione si dovrebbe aggiungere anche che «Non c’è più nemmeno vera scienza!». Troppo spesso si confonde la scienza con lo scientismo. Anche il mondo della scienza sta attraversando una crisi di identità. La ricerca pura viene meno se non ci sono interessi economici a promuoverla. È pertanto sempre più difficile riconoscere dove sia anche la verità scientifica.
La vera scienza può trovare rifugio nella vera religione. Il mondo per essere salvato ha bisogno anche della scienza, della vera scienza, ripulita dallo scientismo e da interessi di parte, perché può offrire i giusti strumenti per migliorare la qualità della vita e garantire le necessità di base ad ogni abitante della Terra, attraverso la produzione di energia in modo pulito e rinnovabile, per ogni abitante del Pianeta.
«Quando la religione, libera dalle superstizioni, dalle tradizioni, e dai dogmi inintelligibili, si renderà conforme alla scienza, una grande forza unificatrice e purificatrice spazzerà dal mondo tutte le guerre, i disaccordi, le discordie e le lotte; allora l’Umanità intera sarà unita dal potere dell’Amore di Dio.»
In terza battuta il mondo si salva se si adottano comportamenti corretti e consapevoli, se alla base dei rapporti interpersonali, fra aziende, nazioni, Enti ci siano rispetto ed onestà, adottando la Regola Aurea. Infatti la Dichiarazione per un’etica mondiale del Parlamento delle religioni mondiali (1993) ha proclamato la regola aurea come principio comune di molte religioni. La Dichiarazione iniziale è stata firmata da 143 leader di diverse religioni e comunità spirituali.

Simbolo del Parlamento delle Religioni Mondiali.

Incontro a Chicago, 1893, foto storica della nascita del Parlamento Mondiale delle Religioni.

‘Abdu’l-Bahá, La Saggezza, Casa Editrice Bahá’í, pag. 174-186. Nacque in Persia nel 1844 e trapassò in Terra Santa nel 1921.

Cfr. Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Etica_della_reciprocit%C3%A0 .

Per un’etica mondiale Archiviato il 31 luglio 2009 in Internet Archive, www.weltethos.org .

Chicago Meeting, 1893, da sinistra a destra: Virchand Gandhi, Hewivitarne Dharmapala, Swami Vivekananda, G. Bonet Maury.

Il progetto per un’etica mondiale23 (in tedesco Weltethos) rappresenta il tentativo di descrivere i tratti in comune delle religioni mondiali e di stabilire un piccolo elenco di regole fondato su esigenze etiche fondamentali, che possa essere accettato da tutte. L’iniziatore del progetto è il teologo cattolico Hans Küng. I principi di base sono:
• nessuna sopravvivenza del nostro Pianeta senza un ethos globale,
• nessuna pace tra le nazioni senza pace tra le religioni,
• nessuna pace tra le religioni senza dialogo tra le religioni,
• nessun dialogo tra religioni e culture senza ricerca di base,
• nessun ethos mondiale senza un mutamento di coscienza, di religiosi e non religiosi.

«Quest’unico mondo ha bisogno di un unico ethos fondamentale; quest’unica società mondiale non ha certamente bisogno di un’unica religione e di un’unica ideologia, ha però bisogno di alcuni valori, norme, ideali e fini vincolanti e unificanti.» (HANS KÜNG, Progetto per un’etica mondiale).
Tutto ciò è promosso nella pubblicazione e nella mostra itinerante Religioni del Mondo, Pace Universale, Etica Globale. Fondazione Etica Globale, Ricerca interculturale e interreligiosa, educazione e incontro, Stiftung Weltethos.24

Dichiarazione per un’Etica globale: https://www.weltethos.org/1-pdf/10-stiftung/declaration/declaration_italian.pdf .
World Religions, Universal Peace, Global Ethic. Global Ethic Foundation, Intercultural and interreligious research, education and encounter, Stiftung Weltethos.

Per ricercare un progetto che possa essere accettato e condiviso da tutta l’Umanità occorre allargare il campo di indagine alle dimensioni spirituali, agli insegnamenti dei fondatori delle religioni che hanno dato origine alle varie civiltà che si sono succedute e protratte per secoli e millenni. Da quale religione iniziare la ricerca della verità?
Fino ad una generazione o due fa l’appartenenza religiosa era come una lotteria. A seconda di dove uno nasceva gli veniva insegnata la religione prevalente della nazione di appartenenza. Per cui se uno nasceva al Cairo sarebbe stato islamico, a New Delhi indù, in Tibet buddista, a Roma cristiano.
Adesso, per la prima volta nella storia umana, un individuo è in grado di fare una propria ricerca personale, scaricare da Internet i testi sacri delle varie religioni, conoscere credenti di altre religioni, visitare luoghi di culto disparati, partecipare ad incontri interreligiosi, scegliere il proprio credo, se vuole, liberamente e non per condizionamento, educazione, appartenenza o luogo di nascita. Tutto ciò rappresenta una grande conquista evolutiva. La scelta della fede di appartenenza non può essere orientata dall’esterno, esattamente come nella scelta della persona da sposare. Entrambe queste scelte rientrano nella sfera soggettiva e necessariamente devono essere frutto di una libera ricerca.
L’esperienza insegna che in caso contrario nel tempo possono manifestarsi sentimenti di avversione, di fuga, o di negazione e rifiuto.
Oggi per la prima volta nella storia umana si può conoscere e riconoscere la validità dei vari messaggi religiosi, contestualizzarli storicamente, trovare gli elementi comuni, gli scopi e gli strumenti per far avanzare la civiltà umana. Ma soprattutto si è in grado di scoprire una continuità temporale ed educativa.
Per esempio, il 6 gennaio, secondo il Calendario Gregoriano è l’Epifania, negli Stati cattolici si ricordano i Re Magi.

Basilica di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna: “I tre Re Magi”. Dettaglio da: “Maria col Bambino attorniata da angeli”.
Mosaico di scuola ravennate italo-bizantina, completato entro il 526 d.C. dal cosiddetto “maestro di Sant’Apollinare”.
I Magi sono indicati con i nomi di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre.

I Re Magi25 erano sacerdoti zoroastriani che venivano dalla Persia che, a quell’epoca, era zoroastriana. Secondo i loro studi e vedendo la stella ritennero che fosse il tempo del Ritorno del Messia sulla Terra e si misero in cammino alla sua ricerca. I doni, oro, incenso e mirra, erano un segno di riverenza, simboleggiavano un passaggio di consegne, finiva l’era del Messia Zoroastro ed iniziava quella del Messia Gesù Cristo.
Esaminando la storia delle religioni si scopre che non c’è competizione o superiorità fra i messaggi originali dei Fondatori bensì un filo conduttore che li lega l’uno all’altro, con delle tracce precise.
Nella Bahagavad Gita, testo sacro per l’Induismo, si riporta: «Sappi, o Principe, che ogni volta che nel mondo diminuiscono la virtù ed il diritto, ed il vizio e l’ingiustizia salgono sul trono, allora Io vengo, il Signore, e rivisito il mondo in forma visibile e mi mischio uomo tra gli uomini e con la Mia influenza e con il Mio insegnamento distruggo il male e l’ingiustizia e ristabilisco la virtù e la giustizia. Molte volte sono apparso, molte volte di nuovo apparirò».
[Bhagavad Gita IV: 6-8, traduzione di Yogi Ramacharaka, lo Yoga per la totale libertà.]

«Quasi cinquecento anni prima che l’apostolo Matteo scrivesse il suo Vangelo, ne parla anche lo storico greco Erodoto, che li descrive come una delle sei tribù dei Medi, un antico popolo iranico stanziato in gran parte dell’odierno Iran centrale e occidentale, a sud del mar Caspio. Essi precisamente costituivano la casta sacerdotale ed erano perciò sacerdoti della religione zoroastriana (credevano nel Dio unico Ahura Mazda), il cui culto fu riformato nel VI secolo a.C. da Zarathustra.
Coltivavano anche l’astronomia ed erano dediti all’interpretazione dei sogni, come attestano fonti storiche riguardanti, ad esempio, l’imperatore persiano Serse.» [Fonte: Avvenire, Tutto sui Magi: chi erano, da dove venivano, perché sono citati nel Vangelo?]

È una testimonianza dell’intervento divino nella storia, il ritorno di un Messia nei tempi critici.
Riferimenti analoghi si trovano nei testi buddisti.
«Tutti i Buddha sono meravigliosi e gloriosi.
Il loro uguale non esiste sulla Terra.
Essi ci rivelano il sentiero della vita.
E salutiamo la loro comparsa con pia venerazione.»
[Il Vangelo di Buddha, Secondo Antiche Cronache, di Paul Carus.]
Nella fede bahá’í si conferma che in futuro verranno altri Messaggeri di Dio dopo la venuta del Báb e di Bahá’u’lláh: «Chiunque accampi il vanto di una diretta Rivelazione da Dio, prima che spirino appieno mille anni, egli è sicuramente un mendace impostore…»
[Spigolature dagli Scritti di Bahá’u’lláh, CLXVI]

Da questa breve rassegna di citazioni si può comprendere che c’è un Patto di Dio con l’Umanità, che non sarà mai abbandonata. Ciò è molto consolante, specialmente nelle età oscure. Come l’alba viene quando la notte è più buia analogamente si accendono delle “luci” per guidare l’Umanità nei momenti di maggiore smarrimento.
Esiste anche un altro elemento comune nei testi sacri delle varie fedi, si annuncia la venuta del Messia degli «ultimi tempi», con l’invito universale a cercarlo ed a riconoscerlo.
Nell’induismo di annuncia la venuta del «Più Grande Spirito”, il «Decimo Avatar”, la «Immacolata Manifestazione di Krishna», Kalky, durante l’età del Kali Yuga, caratterizzato da grandi prove. La venuta di Kalky è volta a preservare la scintilla della vita e conservarla in vista dell’inizio di un nuovo ciclo.
Una profezia fatta da Zoroastro indica i segni del tempo per la venuta del Messaggero universale alla “fine dei tempi”. Alla domanda «Quando sarà il tempo della venuta del Promesso?», così risponde:
«O Jamasp, sappi che quando le lampade si illumineranno senza bisogno di candele, ma semplicemente toccando i muri, quando le vetture marceranno senza bisogno dei cavalli, quando gli uomini voleranno come gli uccelli, i tempi saranno maturi». [Zoroastro, Dinkird, vol.7, cap.8-9.]
Nel Nuovo Testamento si trovano alcuni riferimenti «Se Mi amate, osserverete i Miei comandamenti e Io invocherò il Padre ed Egli vi darà un altro Consolatore… il Consolatore, lo Spirito Santo che il
Padre manderà nel nome Mio, Quegli vi insegnerà tutte le cose e vi richiamerà alla mente tutte le cose che Io vi dissi». [Vangelo, Giovanni 14-26.] Altre citazioni sul Ritorno di Cristo alla “fine dei tempi” sono riportate nei Vangeli e nell’Apocalisse.
I musulmani sciiti aspettano il ritorno dell’Imam Husayn, il Qa’im.
I musulmani sunniti aspettano la discesa dello «Spirito di Dio» (Cristo), la venuta del Midhì.
«Governa Egli la Causa dal cielo fin giù sulla terra, poi essa ascende di nuovo a Lui in un giorno della lunghezza di mille dei vostri anni, che contate».
[Corano, Sura XXXII,5 – traduzione di Alessandro Bausani.]
L’appello è stato lanciato in tempi diversi ed in forme diverse, ma è universale. È un’opportunità per credenti e non credenti di riconoscere la relatività e la progressività dei messaggi religiosi, superando il pregiudizio di superiorità, definitività, esclusività, che ha causato conflitti e divisioni millenarie.
Come ulteriore condizione, occorre che l’Umanità sia universalmente riconosciuta politicamente e giuridicamente, con il proprio diritto di esistere e di garantire ad ogni abitante della Terra una qualità di vita accettabile e dignitosa. Attualmente le nazioni vivono un periodo di anarchia, illudendosi di poter fare quello che vogliono e consegnando il potere a persone che assomigliano molto a bambini con tendenze delinquenziali. Chi sbaglia, chi commette reati, chi inquina, chi distrugge, chi mina la sopravvivenza umana deve essere perseguito ovunque nel mondo. La sicurezza dell’Umanità è superiore a qualsiasi interesse personale, nazionale o aziendale. È necessaria una straordinaria crescita evolutiva per alzare lo standard di qualità morale e culturale, nonché la nascita e l’evoluzione di istituzioni che possano finalmente consentire all’Umanità di raggiungere la pace mondiale permanente, la prosperità, la giustizia, un futuro libero da pregiudizi, interessi meschini, violenze.
I problemi oggi sono tutti globali e necessitano di una risposta universale. Di conseguenza, si può riassumere sinteticamente:
– una sola nazione non può risolvere i problemi globali;
– una sola religione da sola non può risolvere le sfide mondiali;
– la scienza da sola non riesce a cambiare i comportamenti delle persone;
– i tempi sono maturi per una fede inclusiva e non esclusiva, e per una sola patria comune, la Terra; una fede che includa anche la ragione e la scienza; non si può credere in ciò che la ragione rifiuta;
una fede in armonia con la scienza, che sono i due sistemi di sapere umano, se c’è contraddizione o non è vera scienza o non è vera religione.
La ricerca della verità passa perciò attraverso la scienza, il buon senso, l’etica e la religione. Per vincere le sfide attuali occorre lavorare per l’unione dei popoli, delle nazioni e delle religioni. È la via per la costruzione delle fondamenta di una pace universale stabile.

«Ciò che Dio ha ordinato quale sovrano rimedio e come il più possente strumento per la guarigione del mondo è l’unione di tutti i suoi popoli in una Causa universale e in una Fede comune.» [Bahá’u’lláh, Gli Inviti del Signore degli Eserciti, SÚRIY-I-HAYKAL, 176]
«Vi sarà un solo ovile ed un solo pastore…» [Vangelo, Giovanni 10:16.]
In questo quadro è necessario ricordare che l’eccellenza artistica è un’espressione spirituale cosi importante da essere uno strumento per la rigenerazione dei popoli. Come è stato scritto La bellezza salverà il mondo.26
Non si può fare a meno dell’arte, dell’eccellenza, della sublimità, in tutte le loro forme. In una visione inclusiva è indispensabile inserire anche l’arte e la sacralità.

Bibliografia

Sulla pace mondiale
– Racconti per la Pace, Premio Letterario, Firenze per le Culture di Pace dedicato a Tiziano Terzani, Quaderno n. 47, pp.
170, Associazione un Tempio per la Pace, 2008.
– Tiziano Terzani, Lettere contro la guerra, TEA, 2006.
– LETTERA ENCICLICA PACEM IN TERRIS DEL SOMMO PONTEFICE GIOVANNI PP. XXIII, 11 aprile 1963.
– La Pace ed i giovani camminano insieme, MESSAGGIO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II, PER LA
CELEBRAZIONE DELLA XVIII GIORNATA MONDIALE DELLA PACE, 1 gennaio 1985
– Dichiarazione per un’etica universale, Parlamento delle Religioni Mondiali, 4 settembre 1993, Chicago, USA.
– I. Kant, Per pace perpetua. Un progetto filosofico, a cura di Nicolao Merker, introduzione di Norberto Bobbio, Editori
Riuniti, Roma, 1985.
– Kant per la pace perpetua.
– Daniele Archibugi e Franco Voltaggio, a cura di, Filosofi per la pace, Editori Riuniti, Roma, 1999.
– La pace nel mondo inizia con la pace interiore – Dalai Lama, di Arein Daralnakhla e Mor Ben Haim.
– Daniele Novara, Scegliere la Pace, educazione ai rapporti, Edizioni Gruppo Abele.
– Daniele Novara, Scegliere la Pace, educazione alla giustizia, Edizioni Gruppo Abele.
– Daniele Novara e Lino Ronda, Scegliere la Pace, educazione al disarmo, Edizioni Gruppo Abele.
– La Promessa della Pace Mondiale, Dichiarazione della Casa Universale di Giustizia, Centro Mondiale Bahá’í, ottobre
1985.
– ‘Abdu’l-Bahá, La Promulgazione della Pace Universale, Casa Editrice Bahá’í.
– ‘Abdu’l-Bahá, Il Segreto della Civiltà Divina, Casa Editrice Bahá’í.
– CIRPAC, CENTRO INTERUNIVERSITARIO DI RICERCA PER LA PACE, L‘ANALISI E LA MEDIAZIONE DEI
CONFLITTI, Dottorato di ricerca in Studi per la Pace e la Risoluzione dei Conflitti. Il concetto di “ Sicurezza Collettiva”
delle Nazioni Unite Relazioni internazionali, risoluzione dei conflitti, diritti umani e sviluppo Progetto di ricerca:
Assistenza a processi di democratizzazione e riconciliazione come conseguenza di conflitti fra Stati nell’ambito di
operazioni di pace internazionali. Dottoranda: Dott.ssa Matilde Fruncillo. Relatore: Dott. Gian Carlo Bruno.

È il titolo di un saggio del del filosofo bulgaro Cvetan Todorov; tratta dell’aspirazione all’Assoluto, ricercata attraverso
la via dell’arte. Todorov ripercorre ed analizza le vite di tre grandi autori, Oscar Wilde, Rainer Maria Rilke e Marina
Cvetaeva, scelti poiché hanno posto la loro intera esistenza al servizio del bello e della perfezione. Il saggista dà la propria
interpretazione a ciascuna di esse, concludendo con la sua riflessione sull’arte di vivere. Il titolo italiano riprende una frase
del principe Myškin ne L’idiota di Dostoevskij.

Sulle emergenze planetarie
– Al Gore, La Scelta, Rizzoli, 2009.
– Aurelio Angelini, Piergiorgio Pizzuto, Manuale di Ecologia, Sostenibilità ed Educazione Ambientale, Franco Angeli,
2007.
– Di Pierri Marica, Ballerini Tosca, Peca Maura, L’Italia vista da Parigi, Impegni internazionali e politiche nazionali per
la lotta ai cambiamenti climatici, fotografie di Luca Bracali, A Sud, novembre 2016.
– Francesco Bergoglio, Enciclica Laudato si’, 2015.
– Françoise Gemenne, Aleksandar Rankovic, Atlante dell’Antropocene, Mimesis, 2021.
– James Hansen e S. Caserini, Tempeste. Il clima che lasciamo in eredità ai nostri nipoti, l’urgenza di agire, marzo 2010.
– Jeremy Rifkin, La terza rivoluzione industriale, Oscar Mondatori, 2011.
– Luca Bracali, SOS Pianeta Terra, Electa, Mondadori, 2010.
– Luca Bracali, Pianeta Terra, un mondo da salvare, Silvana Editoriale, 2016.
– Luca Mercalli Prepariamoci a vivere con meno risorse, meno energia, meno abbondanza… e forse più felicità,
Chiarelettere, 2011.
– Luca Mercalli, Il mio orto tra cielo e terra. Appunti di meteorologia e ecologia agraria per salvare clima e cavoli.
Nuova edizione, Aboca Museum, 2022.
– Luca Mercalli, Daniele Pepino, La terra sfregiata. Conversazioni su vero e falso ambientalismo, EGA Edizioni Gruppo
Abele, 2020.
– Luca Mercalli, Non c’è più tempo. Come reagire agli allarmi ambientali, Einaudi, 2020.
– Luca Mercalli, Salire in montagna. Prendere quota per sfuggire al riscaldamento globale, Einaudi, 2020
– Luca Mercalli, Prepariamoci a vivere in un mondo con meno risorse, meno energia, meno abbondanza… e forse più
felicità, Chiarelettere, 2018.
– Luigi Ferrajoli, Per una Costituzione della Terra, l’Umanità al bivio, Feltrinelli, gennaio 2022.
– Luigi Ferrajoli, Progettare il Futuro, per un Costituzionalismo Globale, Feltrinelli, 2025.
– Mathis Wackernagel, William Rees, L’impronta ecologica. Come ridurre l’impatto dell’uomo sulla Terra, Edizioni
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– Naomi Klein, Una rivoluzione ci salverà, Rizzoli 2015.
– National Geographic, La sfida del Clima. Speciale cambiamento climatico, manuale di sopravvivenza per un Pianeta
sempre più caldo, novembre 2015.
– Nicola Armaroli, Vincenzo Balzani, Energia per l’Astronave Terra, Zanichelli, 2017.
– Nicola Armaroli, Emergenza Energia, Non abbiamo più tempo, Edizioni Dedalo, 2020.
– Nicola Armaroli, Un mondo in crisi. Gas, nucleare, rinnovabili, clima: è ora di cambiare. Otto anni di Sapere, Edizioni
Dedalo, 2022.
– Richard Buckminster Fuller, Manuale Operativo per la Nave Spaziale Terra, Il Saggiatore, 2018.
– Ugo Bardi, La Terra svuotata. Il futuro dell’uomo dopo l’esaurimento delle risorse, Editori Riuniti University Press,
2011.
– Ugo Mattei, Beni Comuni, un manifesto, Edizioni Laterza, 2011.
– Worldwatch Institute, State of the World, rapporti annuali sullo stato del Pianeta pubblicati da Edizioni Ambiente.

LA MOSTRA
È composta di 10 pannelli in materiale KAPA®plast, ogni pannello mm 1.100 x 750, spessore 5 mm.
La mostra è di proprietà dell’APS Gianni Ballerio ETS, di ispirazione bahá’í.
Il referente, per chiedere informazioni per eventuali esposizioni e mostre, è l’autore, Marco Bresci.
Cell. 329 4316779, e-mail marbresci@tin.it

INDICE DEI PANNELLI DELLA MOSTRA
1. I LIMITI DELLO SVILUPPO
2. LA BANCA MONDIALE DEI SEMI ALLE ISOLE SVALBARD
3. METANO IN ATMOSFERA, GAS
DELL’ANIDRIDE CARBONICA (CO2)

4. ENERGIA E FONTI RINNOVABILI
5. LA SCIENZA, DA SOLA, È IMPOTENTE A RISOLVERE I GRANDI PROBLEMI
MONDIALI
6. SCIENZA E RELIGIONE
7. COSA DICONO GLI SCRITTI SACRI DELLE RELIGIONI RIGUARDO ALLA
STORIA UMANA
8. CIVILTÀ MATERIALE E SPIRITUALE
9. RELIGIONI MONDIALI, PACE UNIVERSALE, ETICA MONDIALE
10. UN NUOVO PARADIGMA SOCIALE, ETICO, ECONOMICO E AMBIENTALE

Chi siamo – L’Associazione di Promozione Sociale Gianni Ballerio ETS nasce nel 2003 e ad oggi ha realizzato oltre 600 progetti in Italia e sostiene ONG che operano in ambito internazionale: RD Congo, Togo, Pakistan.
Le finalità dell’associazione, ispirata ai principi bahá’í, sono lo sviluppo di una civiltà fondata sulla pace, sulle pari opportunità tra donne e uomini e bambini, sulla giustizia ed equità nei rapporti tra i popoli, sul diritto alla salute e il diritto all’educazione per ogni essere umano, sul colloquio e la collaborazione tra le religioni, sulla conoscenza di culture diverse e sulla sostenibilità ambientale ed energetica.
I soci APS propongono e attuano progetti in risposta ai bisogni sociali e in spirito di servizio all’Umanità; le attività locali proposte dai soci sono spesso legate ai bisogni del contesto cittadino e del territorio in cui vive il proponente del progetto. Questo dipende dalle opportunità e dalle capacità dei singoli soci, ma tutti hanno in comune la passione di trasformare i principi, a cui si ispira l’associazione, in progetti concreti, in collaborazione con tutte le persone e istituzioni che vogliono trasformare il territorio dove vivono in un luogo migliore.
La crescita potrà essere sostenibile, solo se la base farà propria la volontà di trasformare insieme il proprio futuro e, seguendo questo principio, le iniziative sono realizzate solo dai membri di quella o l’altra cittadina mentre la sede centrale della APS “Gianni Ballerio” supporta e presta servizi per alleggerire sugli aspetti legali, fiscali e burocratici.
Il principio guida è: servizi centralizzati e azione decentrata. L’ambiente dove si sviluppano i progetti in Italia è principalmente urbano mentre i progetti di Cooperazione Internazionale del Togo, RD Congo e Pakistan sono in ambienti rurali.
L’associazione è iscritta nella RUNTS, nel Registro Unico degli Enti del Terzo Settore; è diffusa in province, distribuite in 15 regioni italiane, realizza progetti, iniziative ed eventi grazie al lavoro volontario, alle donazioni liberali e al sostegno del 5×1000.
Per maggiori informazioni scrivere a info@promozionesociale.org

Marco Bresci, ingegnere divulgatore, laureato in ingegneria elettronica, ha conseguito un master di I livello in Sicurezza stradale con l’Università di Firenze. Collabora con l’Automobile Club Pistoia dal 1995. È studioso dagli anni ‘90 delle tematiche sull’ambiente e dello sviluppo sostenibile. Ha pubblicato vari libri e articoli riguardanti ambiente, economia, energia, gestione delle risorse, prosperità globale, sviluppo sociale, mobilità sostenibile, qualità della vita, etica e spiritualità.
Nell’ottica della salvaguardia ambientale promuove – in collaborazione con il suo network di esperti del mondo scientifico e ambientale – eventi, progetti, seminari e interventi formativi sulla gestione etica delle risorse e dell’energia e per la diffusione di tecnologie innovative sostenibili. È formatore nel sistema di educazione per gli adulti (EDA) della Provincia di Pistoia. Conduce corsi di formazione sulla transizione ecologica e umana.
È presidente dell’associazione culturale senza fini di lucro Orizzonte Green.
Collabora con una società che lavora nel campo dell’efficientamento energetico. Sta promuovendo e collaborando allo sviluppo di comunità energetiche.
Website: www.marcobresci.it

www.orizzontegreen.it

LIBRI PUBBLICATI
– Marco Bresci, Giuseppe Castello ed Enzo Stancati La Fede Bahá’í, cento domande, cento risposte,
Editoriale Progetto 2000, Cosenza 1998.
– Marco Bresci e Carlo Coronato, Armonia tra ambiente e sviluppo nel Terzo Millennio, Casa Editrice
Bahá’í, 2001.
– Marco Bresci, Pianeta uomo, i diritti dell’Anima, European Press Academic Publishing, 2004.
– Marco Bresci, La Porta, Skygate, Editrice Ibiskos di A. Risolo, 2006.
– Marco Bresci, Idee senza frontiere, European Press Academic Publishing, 2007.
– Marco Bresci, Luci di Maturità, l’Umanità conosce sé stessa, Ecoedizioni Internazionali, 2013.
– Marco Bresci, Astronave Terra, un Codice di Bordo, pubblicato su Pianeta Terra, un mondo da
salvare, di Luca Bracali, Silvana Editoriale, 2016.
– Marco Bresci, Antica Sapienza, Valori e Insegnamenti Universali, Ecoedizioni Internazionali, 2017.

Masrur Imani (Persia, 1938), ritrattista e paesaggista, vive e lavora a Trieste dal 1962, dopo aver completato gli studi a Londra. La sua opera, radicata nella figurazione, non si limita alla rappresentazione: ogni ritratto e ogni paesaggio diventano spazio di incontro tra luce e pensiero, tra forma e spiritualità.
Con le sue tele a olio Imani costruisce trame cromatiche intense, in cui velature e sovrapposizioni trasformano il colore in ritmo e respiro. Le grafiche a linea continua, fluide e senza interruzioni, sono segni che evocano unità e armonia, richiamando la libertà di pensiero e l’universalità dei valori umani cari alla fede bahá’í. Nei suoi lavori, la realtà rimane riconoscibile ma trasfigurata in poesia:
prospettive equilibrate, alternanza di luci e ombre, paesaggi ampi e nature morte attente che invitano lo sguardo a meditare sulla bellezza naturale come via di elevazione.
Nel corso della sua lunga carriera ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali: due volte il Premio Speciale alla Biennale di S. Leo, il Premio Città di Berna, il Premio Città di Bonn, il Premio della Comunità Europea di Bruxelles, il Premio del Nouveau Théâtre Municipal di Lussemburgo, il Terzo Premio della Fondazione Regina Juliana d’Olanda (Università di Parigi), ed è stato insignito del titolo di Accademico con Medaglia d’Oro dell’Accademia Italia.

Shirin Colla (Trieste, 1991)
Pittrice triestina, Shirin Colla sviluppa un linguaggio astratto-geometrico in cui linee e colori si trasformano in strumenti di costruzione formale e, al tempo stesso, in veicoli di energia e significato.
Le sue opere si fondano su moduli geometrici — cerchi, segmenti, figure concentriche — che si intrecciano con elementi organici e naturali, dando vita a composizioni in cui l’ordine si combina con la vitalità del gesto creativo.
Il colore è il fulcro della sua ricerca: rosso, blu, giallo e verde non sono semplici tonalità, ma campi energetici che generano ritmo e profondità simbolica. Campiture intense e contrasti luminosi costruiscono una spazialità dinamica, quasi cosmica, che invita lo sguardo a muoversi e a meditare.
La superficie pittorica diventa così un campo di forze, in cui esplosioni e armonie si susseguono come echi di un universo in continuo equilibrio.
Il figurativo, quando appare — animali, paesaggi, elementi vegetali — si inserisce con naturalezza all’interno della trama astratta, completando la composizione senza contraddirla. Ne nasce un dialogo tra natura e geometria, tra visibile e invisibile, che riflette la tensione eterna tra caos e ordine, istinto e misura.
Nella sua pittura, la precisione della struttura si apre a un respiro poetico e spirituale: la geometria non è gabbia, ma simbolo di armonia universale; il colore non è ornamento, ma voce interiore che invita alla contemplazione. L’arte di Shirin Colla si configura così come un percorso di libertà creativa e di elevazione interiore, una riflessione visiva che si colloca nella tradizione dell’astrattismo lirico e geometrico con una voce personale e riconoscibile.

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