Casino bonus senza deposito non AAMS possono ottenere nuovi giocatori e giocatori abituali.
 

Trieste post-lock down: com’è cambiata la città in 3 mesi

Il periodo del lockdown è stato duro per tutti, eppure sembra sia passato un secolo da quando si poteva uscire di solo per fare la spesa e poco altro. Pochi si sono rassegnati all'idea di dover stare rinchiusi tra quattro mura specie quando la primavera è stata una delle migliori degli ultimi 100 anni, con aria limpida, temperature gradevoli e tanto sole. Sembra passato un secolo da quando ci si imbatteva frequentemente con i “passeggiatori seriali di cani”: le povere bestioline non ne potevano più di uscire 24 volte al giorno per fare il giro dell'isolato. Oppure, gli “shoppers compulsivi”, quelli che facevano la spesa a rate: 10 volte al giorno, minimo, per acquistare prima il , poi il latte, poi le . Farina e lievito erano già esauriti, perché è nata nel frattempo la categoria degli chef casalinghi, che si dilettavano a sfornare pane, pizze e torte in quantità industriali. E vogliamo parlare dei runners di primo pelo? Una categoria ormai estinta. Anche nei brevi tragitti concessi, si potevano vedere a frotte, alcuni decisamente convincenti, altri molto meno. Ora, le malelingue dicono che si sono spostati tutti in Porto vecchio. E i ciclisti? Non li vogliamo menzionare? Sfrecciavano ovunque, sicuri di agire in buona-malafede (termine coniato negli anni '80 da un noto imprenditore triestino ormai scomparso). Oggi, a distanza di alcuni mesi, lo scenario è totalmente cambiato: non si sente più la necessità di fare la spesa compulsiva al , niente file, tutti sono tornati all'orario “intelligente” di prima. Rimane l'obbligo della mascherina, che non dà più il fastidio di un tempo, proprio perché fare la spesa è ridiventata un'operazione semplice e veloce. Rimane una fetta di popolo ancora mascherato per le vie cittadine, ma è solo un souvenir dei tempi andati, che serve più che altro ad esorcizzare un eventuale ritorno all'emergenza. Ed è proprio per questo motivo che ora, la mascherina si porta rigorosamente sotto il mento e comunque con il naso libero. In è meglio respirare bene, ora che l'area a caldo della Ferriera non funziona più e l'aria sembra più pulita che mai.

Brenzo Brotolo

Condividi

You may also like...

Almanacco News