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Trieste città poco adatta a chi soffre patologie respiratorie e reumatismi

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Trieste, con il suo clima prevalentemente umido – tranne alcuni giorni all'anno dove soffia la bora – non è il paradiso degli asmatici, né di chi soffre di bronchite cronica e degli affetti da malattie reumatiche. Durante la stagione calda il forte irraggiamento solare diviene il principale responsabile della formazione dell'ozono presente nell'atmosfera.
Specie se disponibile in grandi quantità, esso svolge sui bronchi, e sulle vie aeree più in generale, un'importante azione irritante in virtù delle sue capacità ossidanti e infiammatorie.
Tenuto conto del fatto che proprio l'infiammazione rappresenta uno dei principali fattori di scompenso delle malattie bronchiali e polmonari, specie di quelle croniche quali l'asma, la bronchite cronica, l'enfisema polmonare e la BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva), è facile comprendere come per il paziente asmatico la permanenza in un ambiente troppo caldo, in cui sia presente ozono, comporti il rischio della comparsa di crisi asmatiche connotate da difficoltà respiratoria più o meno intensa.
Oltre alla presenza dell'ozono accade spesso che la contemporanea forte umidità dell'aria presente nel periodo estivo accentui il disagio respiratorio già percepito dal paziente asmatico per la sola presenza dell'ozono, peggiorando nettamente la sua difficoltà a respirare.

Anche per chi soffre di malattie reumatologiche la situazione non cambia: secondo gli esperti, sotto il profilo della sintomatologia e in linea generale, il clima migliore è quello secco. Per questo si ritiene che la montagna sia la meta preferibile, a meno che il paziente non sia iperteso. Questo non toglie che chi rimane in città o va in spiaggia, non possa trascorrere una vacanza piacevole. Per poter vivere l'estate senza ansia gli esperti consigliano di seguire delle indicazioni precise in modo da evitare che le condizioni del paziente diventino ancora più invalidanti.

“Il malato reumatico è molto fragile – spiega il prof. Mauro Galeazzi, Past President della Societa' Italiana Reumatologica (SIR) – ma per questo non deve vivere limitando le possibilità di svago e relax tenendo però conto di poche principi fondamentali. Il primo riguarda la varietà delle patologie reumatiche: non sono tutte uguali e ciò che fa bene per una potrebbe non far bene per altre. Il secondo è che non tutti i della stessa patologia sono uguali: la stessa malattia può manifestarsi con diversi livelli di gravità, può accompagnarsi a diverse complicazioni e alla coesistenza di altre malattie – aggiunge Galeazzi -. Infine spesso anche i farmaci utilizzati sono diversi. Tutto questo impedisce di fare, rispetto al clima, un discorso valido per tutti i malati, ma possiamo prendere ad esempio quattro malattie rappresentative di situazioni cliniche diverse, tenendo però sempre presente che la cosa migliore per il malato è di consigliarsi sempre con il proprio reumatologo di fiducia: artrosi, artrite reumatoide, artrite psoriasica e lupus eritematoso sistemico”.

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