Area Marina Protetta di Miramare e Barcolana presentano:
I giganti del mare
Storie di cetacei dal Mediterraneo al Golfo di Trieste

Chi sono, dove vivono e che rotte seguono, come vengono studiati e monitorati, cosa minaccia la loro esistenza, quale futuro li aspetta in un mare che sta profondamente cambiando: ai cetacei – straordinari abitanti del mare, animali iconici, simboli di grazia e bellezza e al tempo stesso della fragilità dell’oceano – è dedicato l’evento “I giganti del mare”, in programma lunedì 6 ottobre alle ore 18 in Sala Luttazzi, presso il Magazzino 26 in Porto Vecchio.
L’appuntamento vedrà la partecipazione di due dei massimi esperti a livello italiano, e non solo, nello studio di balene e delfini: Giuseppe Notarbartolo di Sciara, fondatore e presidente onorario di Tethys Research Institute, tra i fautori della creazione del Santuario Pelagos per la conservazione dei cetacei nel Mediterraneo settentrionale, e Giovanni Bearzi, presidente di Dolphin Biology and Conservation, impegnato da ormai 40 anni nello studio dei mammiferi marini.
E dalle incredibili “storie” dei cetacei che popolano le acque occidentali e meridionali del Mediterraneo che ascolteremo da chi ha trascorso la vita a studiarli, passeremo ad una storia tutta locale, e forse per questo anche più emozionante per il pubblico triestino: quella della balenottera comune spiaggiata l’anno scorso a Muggia, che negli stessi giorni sarà protagonista del padiglione Deep Blue Exploration Zone in piazza Unità, e del cui avventuroso recupero ci parleranno Maurizio Spoto e Saul Ciriaco dell’AMP Miramare.
Partecipazione libera e completamente gratuita
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Saluti
Giorgio Rossi – Assessore alla Cultura del Comune di Trieste
Maurizio Spoto – Direttore Area Marina Protetta di Miramare
Interventi
La balenottera di Trieste: storia di un recupero per la scienza e l’educazione
Saul Ciriaco – AMP Miramare/Shoreline
Un racconto per immagini della storia roccambolesca del ritrovamento, del recupero e della valorizzazione dell’esemplare di balenottera spiaggiatosi nell’agosto 2024 a Muggia ed esposto per la prima volta a Barcolana, al Villaggio in Piazza Unità, dal 5 al 12 ottobre, in attesa della sua musealizzazione definitiva a Trieste. Un progetto perseguito dall’Area Marina Protetta con un unico obiettivo: dare alla balenottera del Golfo una seconda vita e una missione importante, sensibilizzare il pubblico sulla conservazione di questi meravigliosi animali marini.
Studiare i delfini in un Adriatico diverso
Giovanni Bearzi – Dolphin Biology and Conservation
Fino a qualche decina di anni fa il lavoro del biologo marino consisteva nel documentare la straordinaria ricchezza dell’ambiente acquatico, fra specie poco conosciute, organismi che suscitavano meraviglia e risorse che parevano inesauribili. Oggi è quasi impossibile lavorare in mare senza fare i conti con i cambiamenti causati delle attività umane. Molti ambienti sono stati alterati in modo drammatico e si sono impoveriti. Alcune specie sono scomparse ed altre stentano a sopravvivere, o ci riescono solo grazie a straordinari adattamenti — come quelli messi in atto dai delfini del Nord Adriatico.
Storie di cetacei del Mediterraneo
Giuseppe Notarbartolo di Sciara – Tethys Research Institute
Il Mediterraneo gode di un ricco assortimento di cetacei, dalla colossale balenottera alla piccola focena. La storia di tutte queste specie è iniziata quando, sei milioni di anni fa, le acque dell’oceano invasero il bacino che si era precedentemente quasi prosciugato. Da allora, i nuovi arrivati atlantici prosperarono adattandosi egregiamente alla loro nuova dimora. Circa un centinaio di anni fa, però, la loro convivenza con gli esseri umani divenne sempre più problematica per via delle attività di questi ultimi. Ma cosa ne sappiamo noi, veramente, dei cetacei di questo mare? Perché i globicefali evitano il Mediterraneo orientale? Per quale motivo i delfini comuni sono quasi spariti? I capodogli sono dotati di libero arbitrio? E le balenottere, sono o non sono una popolazione isolata dall’Atlantico? Una riflessione su questi, tra i tanti interrogativi che i cetacei del Mediterraneo ci presentano, può costituire una base per cercare di capirli meglio e aiutarli ad affrontare le sfide poste dalla coesistenza con noi.
Dibattito e conclusioni
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Giuseppe Notarbartolo di Sciara è un ecologo marino che da oltre quarant’anni dedica la sua vita a studiare e a proteggere i mammiferi marini e gli squali. Dopo il dottorato alla Scripps Institution of Oceanography dell’Università di San Diego, nel 1986 ha fondato l’Istituto Tethys, di cui oggi è presidente onorario. Nel 1991 ha dato impulso alla creazione del Santuario Pelagos per i Mammiferi Marini, la prima area marina protetta in alto mare al mondo.
Giovanni Bearzi, Ph.D., svolge ricerche sui cetacei del Mediterraneo dal 1986. È stato nominato Pew Fellow in Marine Conservation, il più prestigioso riconoscimento internazionale in questo settore. Presidente di Dolphin Biology and Conservation e ricercatore associato di OceanCare. Autore di circa duecento contributi scientifici e altri lavori che promuovono la tutela dei cetacei e degli ecosistemi marini.
Saul Ciriaco è il responsabile delle attività di monitoraggio dell’Area Marina Protetta di Miramare, dove coordina progetti di ricerca scientifica e sviluppo. Con la cooperativa Shoreline svolge attività di consulenza ambientale per diverse Aree marine protette, ONG e Istituti di ricerca. È autore e coautore di numerosi articoli scientifici e pubblicazioni sulla flora e fauna del mare.
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A tutti i partecipanti sarà distribuito il nuovissimo pieghevole realizzato dall’AMP per l’identificazione dei cetacei dell’Adriatico, con le splendide e originali illustrazioni di Simone Zoccante sulle 10 specie di balene e delfini che solcano le nostre acque a comporre un vero e proprio poster, e schede di riconoscimento dei cetacei attraverso profili di emersione, code e soffi.
Uno strumento da portare a casa o da usare in mare per partecipare alla citizen science!
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Illustrazioni di Simone Zoccante.
Le foto sono di Tethys Research Institute e Tommaso De Lorenzi.
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