Il Movimento 5 Stelle in un comunicato firmato Paolo Menis rivendica la mancata autorizzazione all’abbattimento della Sala Tripcovich di Trieste. Di seguito la nota:
Oggetto: Dipiazza non abbatterà la Sala Tripcovich grazie al lavoro del M5S
Ieri in Consiglio comunale si è appreso da Roberto Dipiazza che la Sala Tripcovich non sarà abbattuta. A detta dello stesso sindaco, infatti, l’attuale ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, ha scritto al Comune di Trieste per affermare che l’edificio convertito a sala teatrale negli anni ’90 non si può demolire. Il diniego arriva in seguito ad un decreto emanato dal precedente ministro Alberto Bonisoli che riportava in seno al dicastero la decisione sull’abbattimento degli edifici di interesse storico-culturale.
“Per Dipiazza la Sala Tripcovich è equiparabile ad una buca o ad un cassonetto pieno di immondizie di Roma ma, come il M5S Trieste ha ripetutamente dimostrato in Consiglio comunale, carte alla mano, l’unico buco associabile alla Sala Tripcovich è quello di bilancio del Teatro Verdi, cui questa amministrazione ha sottratto lo storico edificio con una delibera ad alto rischio di violazione delle vigenti norme nazionali sulla permuta di beni in capo alle amministrazioni pubbliche”, dichiara la consigliera del M5S Cristina Bertoni.
“L’anno scorso, sotto Natale, è approdata in Consiglio la richiesta di permuta tra la Sala Tripcovich, allora nel patrimonio della Fondazione Teatro Verdi, e il Magazzino delle Noghere, allora in proprietà al Comune, che lo stava affittando proprio al Teatro Verdi per la custodia delle scenografie – spiega la consigliera pentastellata -. Il M5S in quell’occasione dimostrò che tale operazione era contraria alle norme che regolano la permuta, perché imponevano lo scambio tra due immobili di valori molto diversi. Infatti, paradossalmente, in quella delibera il valore del magazzino delle Noghere, sito a Muggia in zona industriale e inquinata, era stimato a circa 3.200.000 euro, mentre quello della sala Tripcovich, ancora in buono stato e posta di fronte alla stazione centrale di Trieste, veniva stimato a circa 1.200.000.
Tale differenza di prezzo non era giustificabile né dalla metratura dei due immobili, non troppo differente, né dal loro stato di conservazione, né da altri parametri immobiliari. In più, pure a seguito di nostra richiesta specifica e messa agli atti, l’amministrazione non ha ritenuto necessario produrre alcuna perizia che certificasse quei valori, a nostro parere totalmente fuori scala rispetto alle caratteristiche dei due edifici”.
“La Tripcovich, convertita a teatro e donata al Comune dal Barone De Banfield in un momento in cui il Verdi era in ristrutturazione, è un dono che la città ha ricevuto e rappresenta il simbolo dell’amore di Trieste per la musica ed in particolare per la lirica, che trova in questa sala un’acustica impagabile – ricorda Elena Danielis, capogruppo M5S -. Fino a due anni fa l’immobile ancora ospitava manifestazioni culturali di rilievo e poteva essere impiegato dal Teatro Verdi come volano per le attività di propria produzione, in base alle quali la Fondazione può chiedere i finanziamenti del Fondo Unico per lo Spettacolo. Risulta quindi incomprensibile il reale motivo per cui il Sindaco vuole abbattere questo edificio di grande valore storico e sociale.”
“La battaglia che il M5S ha condotto per la sala Tripcovich origina da questo valore storico e sociale per la città ed è a tutela del patrimonio del Teatro Verdi – chiosa Cristina Bertoni -. Non ci è chiaro, infatti, come un edificio industriale posto in zona pesantemente inquinata possa avere un valore superiore a quello di un edificio di metratura poco inferiore situato proprio di fronte alla Stazione centrale, in pieno centro città. Ed è chiaro che la permuta decisa in modo forzato da questa amministrazione e dal Sindaco ha creato i presupposti per una futura crisi finanziaria del Teatro Verdi, che al momento si trova in bilancio un edificio valutato
3.200.000 euro ma il cui reale valore potrebbe essere molto inferiore.
Inoltre a nostro parere la permuta eseguita con la delibera consiliare del Natale scorso non ha valore legale, in quanto condotta tra due immobili di diversissimo valore, e quindi appare a realistico rischio di annullamento. Per questi motivi abbiamo consegnato un esposto a vari enti tra cui la Procura affinché siano condotti gli accertamenti del caso”.