KRASOVEC-LUCAS (PUNTO FRANCO): AL POSTO DELL’EX MECCANOGRAFICO UN BOSCO URBANO
A poche centinaia di metri da Piazza Unità, a pochi metri dalla iconica Lanterna, uno dei primi fari notevoli realizzati lungo l’Adriatico all’inizio dell’Ottocento, a pochi metri dal mare e dalle due storiche strutture del Pedocin e dell’Ausonia, che potrebbero venir valorizzate e integrate da un sistema di affaccio e relazione con il mare esteso all’ambito che racchiudono, e a stretto contatto con la magnifica Stazione Meridionale in cui è previsto il reinsediamento del Museo Ferroviario e altre potenziali funzione di grande valore/richiamo per l’ambito storico culturale, si colloca uno sfortunato scheletro di edificio che giace minaccioso e stridente da qualche decennio. L’idea del Comune di Trieste di investire 4,6 milioni di euro sul relitto per destinarlo ad un ufficio pubblico è quanto meno bizzarra, per motivi sia di ordine tecnico, poiché la struttura è fortemente obsoleta e degradata dal punto di vista strutturale, che di opportunità visto che rappresenta in modo evidente una incomprensibile forzatura nel doversi relazionare con la preesistente Stazione ferroviaria (dal punto di vista estetico, urbano, funzionale). Campo Marzio è parte integrante di quel complesso arcipelago urbano che caratterizza la città di Trieste, è una delle cerniere fondamentali per un processo innovativo che potrà dare avvio alla qualità da sud, il cui segno geografico evoca una sorta di conurbazione possibile tra le realtà economiche del porto e quelle culturali, quale modello per un nuovo immaginario collettivo fondato sulle mutue interazioni sociali, territoriali, economiche, che determinano la crescita della popolazione residente in termini qualitativi e quantitativi. L’ex Meccanografico deve sparire, diventare materia che lascia spazio al primo bosco urbano connesso alla Stazione ferroviaria, rappresentare un atto di coraggio con la realizzazione di un parco, come spinta gentile per riattivare la voglia di pensare a chi verrà.