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Il testamento del barone Pasquale Revoltella – Testo integrale da manoscritto

Pasquale Revoltella, filantropo, commerciante, studioso eclettico, alchimista, sperimentatore e uomo straordinario, visse gli anni più tempestosi dell’800 e fu anche ideatore del Canale di Suez. Nato a Venezia, e trasferito in giovane età a Trieste assieme all’inseparabile madre, divenne presto una figura importante nella nostra città.

barone Pasquale Revoltella

Fu grande amico di Massimiliano d’Asburgo, e diede vita a numerose opere di immenso valore (leggi la biografia di Pasquale Revoltella). Come ogni anno, secondo le disposizioni testamentarie del barone, nella ricorrenza della festa di San Pasquale Baylon (17 maggio) sarà celebrata a cura del Comune la solenne Messa nella Cappella della villa al Cacciatore. Nel 1867 fu inaugurata la piccola, artistica chiesetta – eretta poi in parrocchia – che il barone fece erigere nella propria villa, lasciata in eredità al Comune unitamente al grande parco, perché fossero goduti dai cittadini. Nella cripta della Cappella sono custoditi i sarcofaghi con i resti mortali di Pasquale Revoltella e della madre, ed è anche in suffragio alle loro anime che viene annualmente celebrato il rito del 17 maggio.

Il ritrovamento del testamento del barone Pasquale Revoltella

Vicino la Chiesa della Madonna del Rosario, in Città Vecchia, fu ritrovata nel 1967 in una bancarella di libri, una cartella rilegata in tela rossa con la seguente scritta a caratteri di stampa dorati:

« Atti di fondazione “Villa Revoltella”
Trieste, addì 4 gennaio 1872 »

Sciolti i nastrini di seta ed apertala, detta cartella racchiudeva alcuni interessanti documenti originali, precisamente: l’atto di fondazione della Villa Revoltella; un manoscritto del medico personale del barone Pqasquale Revoltella, dottor De Goracuchi, stilato con scrittura minutissima su carta pergamenata, concernente la vita intima del medesimo barone. Era difficile capire in quale modo quei documenti fossero finiti tra i libri usati di una bancarella posta in una di quelle vie (via del Rosario) sopravvissute ai colpi di piccone che 40 anni prima demolirono parte della Trieste antica. In calce al manoscritto si legge: « il lettore è pregato di evitare la divulgazione di questo scritto prima che sia trascorso almeno un secolo dal giorno della morte del barone – colui che verrà in possesso del presente manoscritto è tenuto a diffondere la verità sul conto del barone Pasquale Revoltella – il suo segreto è nelle mani del possessore di questo manoscritto – Chi lo leggerà, non tenti nemmeno per ischerzo di trascorrere una sola notte nel parterre del parco di Villa Revoltella, se non ha il cuore ben saldo ed i sensi della vista e dell’udito perfetti »

Primo documento:
« ATTO DI FONDAZIONE “VILLA REVOLTELLA”
Trieste, addí 4 gennaio 1872 »

Vista la disposizione di ultima volontà del benemerito defunto barone Pasquale Revoltella e precisamente l’art. III, N. 1 e N. 2 del suo codicillo olografo dd. 3 ottobre 1866 che è del seguente tenore:

Art. III. Ed a nuovo segno di questa mia affezione lascio a Lei — cioè alla città di Trieste — e rispettivamente al Suo Comune, libero egualmente da tasse che dovranno supplirsi dall’altra mia sostanza, anche la mia Villa alla vetta del Bosco Ferdinandeo, compresa nei Tavolari numeri 242, 245, 246, 248, 249, 459, 46o, 461 e 462 con tutte le mobiglie che si troveranno al dì del mio decesso e ciò pure con carattere di fondazione allo scopo ed alle condizioni seguenti:

1.) La Villa che deve portare in perpetuo il nome di « Villa Revoltella » e farne analoga annotazione nelle pubbliche tavole, colle serre di fiori ed altre accessori, dovrà essere conservata nello stato in cui si trova, e col sussidio della rendita di un capitale di Fiorini 40.000 — dico Fiorini quarantamila — in valuta austriaca da prelevarsi come ad II dal mio asse ereditario, ed investirsi con ipoteca pupillare sopra stabili di città, come speciale fondazione per l’accennato scopo, il tutto a cura della Amministrazione municipale. Sino a tanto che sia fondato il capitale di Fiorini 40.000 saranno dall’Amministrazione della mia eredità pagati per questo scopo Fiorini 2.000 – dico Fiorini duemila — all’anno. La Villa dovrà — sempre durante il giorno — restare aperta al libero accesso del pubblico.

2°) La casa d’abitazione, ossia chàlet, coll’uso delle mobiglie in casa esistenti potrà essere utilizzata ad abitazione estiva del capo pro tempore della Rappresentanza cittadina che ora è il Podestà.
L’infrascrítto Podestà a nome del Comitato della città, e pel potere da questo conferitogli, addiviene unitamente ai due Consiglieri della Città e membri della Delegazione municipale Signori Francesco Hermet e Ferdinando Dr. Pitteri d’accordo con gli esecutori codicillari, i pur infrascritti Signori Giov. Batt. Scrinzi di Montecroce ed Andrea Schveickenfuches, di vicendevole promissione ed accettazione, al rogito solenne del seguente « Atto di fondazione »:

1.) La pia volontà del generoso testatore barone Pasquale Revoltella è dichiarata fondazione perpetua secondo le leggi ed ordinanze vigenti, e sarà registrata nel libro dei benefattori;

2°) La Villa, che è compresa nei tavolari numeri 242, 245, 246, 248, 249, 459, 460, 461 e 462 di Rozzol sita in vetta al bosco Ferdinandeo con le mobiglie trovate in essa al dì della morte del testatore, questa, e quelle già consegnate in possesso al Comune è l’oggetto della presente Fondazione;

3°) Essa villa vien trasferita in proprietà del Comune coi vincoli ed obblighi surriferiti, e che anche in appresso verranno riassunti, unitamente al capitale di dotazione per la sua conservazione in Fiorini 40.000 — diconsi Fiorini quarantamila — che furono dagli esecutori codicillari già versate in data odierna alla civica cassa, e pei quali perciò ne viene rilasciata ad essi alla sottoscrizione dell’atto presente formale quietanza;

4°) Questo capitale dovrà essere a cura della spettabile Delegazione municipale investito ad ipoteca pupillare sopra case di città, e non potrà in nessun caso, ed in nessun tempo essere incamerato, abbinato o fuso con altra dote, od avere altra destinazione, ed anzi, nelle relative investiture, dovrà costantemente indicarsene la precedenza;

5°) I frutti relativi, nonché i prodotti della villa saranno percetti dal Comune, il quale di confronto si assume per ogni tempo avvenire di conservare la villa stessa con le serre di fiori, ed altri accessori nello stato in cui si trovano al decesso del titolare e di lascarla sempre durante il giorno aperta al libero accesso del pubblico;

6°) Istanza consensuale delle parti concorrenti al presente atto fondazionale verrà rassegnata all’I.R. Tribunale Provinciale, affinché le surriferite realità, che compongono la Villa Revoltella, che portano í tavolari numeri 242, 245, 246, 248, 249, 459, 460, 461 e 462 di Rozzol venga trascritta a nome del Comune di Trieste; ma ciò con la contemporanea annotazione e rispettiva intavolazione dei vincoli ed obblighi seguenti:

a) che la villa stessa con carattere di Fondazione portar deve in perpetuo il nome di « Villa Revoltella»;

b) che dessa con le serre di fiori, ed altri accessori dovrà essere conservata dal Comune nello stato in cui si trova al dì della morte del testatore Pasquale Barone de Revoltella;

c) che dovrà sempre mantenersi, in detta villa, la Chiesa ed annessa scuola edificate nell’interno delle realità sopraddette siccome chiesa pubblica, giusta il disposto dell’art. III del citato codicillo 13 ottobre 1866;

d) che la villa medesima dovrà sempre durante il giorno restare aperta al libero accesso del pubblico;

In fede e conferma di quanto precede fu rogato in carta pergamena e sottoscritto dalle parti summenzionate il presente istrumento fondazionale il cui originale dovrà conservarsi nell’archivio del Comune, previa estradazione di copie autenticate dal Signor Podestà ai Signori Esecutori codicillari.

Dr. Massimiliano d’Angeli, Podestà;

GioBatta conte Dr. Scrinzi de Montecroce;

Andrea Schöckenfuchs;

Francesco Hermet, Vice Podestà;

Dr. Ferdinando Pitteri, Vice Presidente;

Dr. Michele Tempach, segretario del Consiglio. »

Come è facile constatare, l’Autore della biografia e delle vicende piú o meno intime del barone Pasquale Revoltella — Cav. G. Alessandro De Goracuchi, dottore in medicina — non è un personaggio immaginario, bensí un libero professionista fisicamente vissuto nell’ambiente triestino dal 1807 al 1887. Questo nobile triestino, oltre ad occuparsi della sua materia di specifica competenza, da perfetto romantico del secolo in cui viveva si interessava di tante altre cose comprese nel vasto campo culturale della filosofia, delle scienze e delle lettere traendone ispirazione pei suoi scritti alquanto originali ed avvincenti.

Egli inizia il suo lavoro con la seguente confessione: « Trascorsero ormai pressoché cinquant’anni che ho l’onore di conoscere il signor barone Pasquale Revoltella, trentacinque de’ quali di vita confidenziale. In sí lungo tratto di tempo non mi sono mai accorto che egli ostentasse meriti religiosi, ma ho bensì, a mia edificazione, costantemente in lui notato un grande rispetto per la Religione, ed un inconcusso attaccamento alla Chiesa universale, con greca derivazione detta cattolica ». Poi lo stesso Autore continua a trattare l’antico problema dell’esistenza di una vita eterna con argomenti che nel tempo presente si riallacciano alla ricerca scientifica ed alla tecnica sperimentale per la scoperta della verità.


Pasquale Revoltella

Pasquale Revoltella, imprenditore e finanziere di origine veneziana, nato nel 1795 e morto nel 1869, fu uno dei personaggi più autorevoli e rappresentativi della Trieste imperiale, in cui svolse una parte di primo piano sia nella vita economica che nelle vicende politiche.
Giunto a Trieste a soli due anni, nel 1797, apparteneva a una famiglia di commercianti che aveva lasciato Venezia verosimilmente a causa della caduta della Repubblica.
Iniziò a lavorare giovanissimo e si dimostrò subito capace e intraprendente.
Dopo una lunga pratica presso l’impresa commerciale di Teodoro Necker, console di Svizzera a Trieste, nel 1835 aprì una ditta di importazione di legnami e granaglie che si affermò rapidamente.
Nello stesso tempo iniziò la sua carriera di finanziere: fu tra i primi azionisti delle Assicurazioni Generali (fondate nel 1831) ed entrò subito nel consiglio d’amministrazione del Lloyd Austriaco (nato nel 1833).
In seguito fu anche consigliere comunale e deputato di Borsa.
Nella sua ascesa furono determinanti alcune amicizie influenti, tra cui quella che lo legava al barone Carlo Ludovico de Bruck, uno dei fondatori del Lloyd, che nel 1848 fu eletto deputato e in seguito divenne ministro del Commercio e delle Finanze de governo viennese.
Fortemente attaccato alla sua città d’adozione, Revoltella investì molte risorse finanziarie in iniziative filantropiche ed educative: nel 1850 fondò la scuola di disegno, nel 1853 donò un altare alla Chiesa di S. Maria Maggiore, nel 1857 promosse la costruzione del “Ferdinandeo” (edificio monumentale dedicato all’arciduca fratello dell’imperatore) e l’erezione del Teatro Armonia.
Negli stessi anni – tra il 1854 e il 1858 – costruì per sè due nuove residenze, un sontuoso palazzo in città e uno chalet di impronta svizzera sulla collina detta “del cacciatore”.
Il suo massimo impegno, però, fu dato al sostegno dell’apertura del canale di Suez, che riteneva determinante per lo sviluppo dell’economia triestina basata sui traffici marittimi.
Nel 1858 si recò a Parigi per trattare con Ferdinand de Lesseps la disponibilità di Trieste a partecipare alla grande impresa.
Nel febbraio 1859 Lesseps venne a Trieste e incontrò i rapresentanti della città nei saloni del nuovo palazzo di Revoltella, assieme a un altro illustre ospite, l’arciduca Massimiliano d’Asburgo, che in quel periodo era governatore del Lombardo-Veneto ma seguiva da vicino la costruzione del castello di Miramare sul promontorio di Grignano.
Grazie al suo attivismo Revoltella venne nominato vicepresidente della Compagnia universale del Canale di Suez e nel 1861 compì un lungo viaggio in Egitto per visitare la zona dei lavori. Ne tornò con molti ricordi e con un diario di viaggio tuttora conservato nella sua biblioteca.
Negli anni successivi continuò ad operare a favore del progetto e nel 1864 pubblicò uno studio intitolato “La compartecipazione dell’Austria al commercio mondiale” in cui ribadiva le sue idee sulla centralità di Trieste nella rete delle relazioni economiche fra l’Europa e il resto del mondo.
Gli ultimi anni della sua vita furono dedicati a opere di mecenatismo e alla conclusione dei lavori di costruzione della residenza del “Cacciatore”, dove fu eretta anche una chiesa, dedicata a San Pasquale, destinata a ospitarne le spoglie. Nel 1867 l’Impero gli conferì il titolo di barone.
Morì, dopo una lunga malattia, l’8 settembre 1869, poco prima dell’inaugurazione del Canale di Suez, avvenuta nel mese di novembre.
Rimasto celibe, nella sua vita aveva accumulato una grande ricchezza che lasciò quasi interamente alla sua città.


Leggi anche » Villa Revoltella, la guida completa

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