Sono tre le regioni, insieme alla Provincia autonoma di Bolzano, a rischio di essere mappate dall’Ue come zone rosso scuro e quindi essere sottoposte all’obbligo di test e quarantena per poter viaggiare nell’Ue. Si tratta di Friuli-Venezia Giulia, Veneto ed Emilia Romagna.
E’ quanto risulta dagli ultimi dati pubblicati dal Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) relativi al numero cumulativo di casi ogni 100 mila abitanti negli ultimi 14 giorni. L’Ue ha deciso che quando questo valore supera i cinquecento viene indicata l’area come zona rosso scuro.
Al 21 gennaio la provincia di Bolzano risultava con 696 casi cumulativi ogni 100 mila abitanti negli ultimi 14 giorni, il Veneto con 656, il Friuli Venezia Giulia 768 e l’Emilia Romagna 528.
Il commento di Fedriga, e dei governatori dell’Emilia-Romagna, Bonaccini, e del Veneto, Zaia: “Imporre ai cittadini delle nostre Regioni l’obbligo di test e quarantena per poter viaggiare nell’Unione europea, così come previsto per le realtà colorate di ‘rosso scuro’, significherebbe penalizzare le amministrazioni che effettuano il maggior numero di tamponi e non, come sarebbe invece necessario, operare una valutazione su parametri epidemiologici oggettivi.”
I commissari Ue per la Giustizia, Didier Reynders, e per gli Affari Interni, Ylva Johansson, hanno presentato oggi (25/01/2021) le misure Ue per gli spostamenti all’interno e all’esterno dell’Unione Europea per migliorare il coordinamento tra i Paesi membri.
La Commissione Ue propone che tutti i viaggi non essenziali siano “fortemente scoraggiati finché la situazione epidemiologica non sia migliorata considerevolmente”. Ciò riguarda specialmente le zone in ‘rosso scuro’. Per chi viene da quelle aree, gli stati devono prevedere un test prima della partenza e una quarantena all’arrivo.
“Visto che la capacità di test è aumentata, gli Stati dovrebbero usare di più i test pre-partenza anche nelle aree arancioni, rosse o grigie”, scrive la Commissione nella sua proposta che aggiorna le regole sui viaggi. Chi rientra nel proprio Stato di residenza “dovrebbe invece poter fare il test appena arrivato”.
Le indicazioni non si applicano ai transfrontalieri, che per lavoro o motivi di famiglia passano i confini molto spesso, e ai lavoratori del settore dei trasporti. La Commissione ha deciso di presentare le nuove proposte “alla luce delle nuove varianti del virus e gli elevati numeri di contagi”, e della necessità di evitare chiusure delle frontiere e divieti di viaggi diffusi. (Rainews)