A Trieste, in via Colleoni, sorgeva fino al secolo scorso la cosiddetta “Casa del Sinter”, dove ora possiamo trovare un supermercato
Ma chi era il “sinter”? Il termine in italiano è accalappiacani, un mestiere molto diffuso un tempo, quando il problema del randagismo era molto accentuato.
Nei secoli scorsi, l’attività di accalappiacani rivestiva un’importanza significativa nelle comunità, specialmente nelle città in crescita, dove la popolazione di cani randagi aumentava notevolmente. Gli accalappiacani erano responsabili della cattura e del controllo di cani vaganti, che a volte rappresentavano un problema per la sicurezza pubblica e la salute.
Il lavoro di un accalappiacani era caratterizzato da diverse attività:
Cattura di cani randagi: Utilizzando strumenti come reti e gabbie, gli accalappiacani cercavano di catturare cani randagi, spesso con l’obiettivo di ridurre la popolazione di animali vaganti e prevenire incidenti o attacchi.
Controllo della popolazione: Gli accalappiacani non si limitavano alla cattura, ma spesso si occupavano anche di portare gli animali in rifugi o canili, dove venivano trattati e, se necessario, sterilizzati. Questo faceva parte di uno sforzo più ampio per controllare la popolazione canina.
Risoluzione dei conflitti: A volte, gli accalappiacani venivano chiamati per risolvere conflitti tra animali e umani, intervenendo in situazioni in cui i cani randagi creavano problemi nei quartieri.
Educazione della comunità: In alcune comunità, gli accalappiacani potevano svolgere anche un ruolo educativo, sensibilizzando la popolazione sull’importanza della cura degli animali e della sterilizzazione per prevenire il randagismo.
Condizioni di lavoro: Il lavoro di accalappiacani non era privo di difficoltà. Richiedeva resistenza fisica e capacità di gestire situazioni potenzialmente pericolose, poiché non tutti i cani erano docili e disponibili a farsi prendere.
L’accalappiatura dei cani era un lavoro pratico e spesso difficile, ma essenziale per il benessere della comunità e degli animali stessi. Con il passare del tempo e l’evoluzione della società, il ruolo e il trattamento degli animali hanno iniziato a cambiare, portando a una maggiore attenzione per il benessere degli animali e a pratiche più umane nella gestione dei cani randagi.







