In 6427 test di ieri 8 dicembre, 658 nuove infezioni di coronavirus sono state confermate in FVG. La percentuale dei positivi è stata del 10,24%, in lieve aumento rispetto ai dati del giorno prima. Sono morti 21 pazienti con covid-19 (non è dato sapere se sono morti di covid), a cui vanno aggiunti 9 decessi tra l’1 e il 6 dicembre.
Dall’inizio della pandemia, sono state contagiate un totale di 36.484 persone, di cui 8.223 a Trieste, 16.148 a Udine, 7.291 a Pordenone e 4.378 a Gorizia. A queste vanno aggiunte 444 persone infettate oltre confine.
Il numero di coloro che sono stati attivamente infettati è nuovamente aumentato dopo alcuni giorni di calo. Attualmente, 15.366 sono attivamente infetti, 27 in più rispetto a l’altro ieri. Anche il numero di pazienti con covid-19 in terapia intensiva è aumentato, arrivando ieri a 64 , 6 in più rispetto al giorno precedente. In altri reparti sono ricoverati 658 pazienti covid, 7 in meno rispetto a l’altro ieri.
Dall’inizio della pandemia sono morti in FVG 1.089 pazienti con covid-19, ovvero 360 a Trieste, 443 a Udine, 226 a Pordenone e 60 a Gorizia.
Finora, 20.029 persone sono guarite, 489 sono clinicamente sane e 14.155 sono in autoisolamento.
Nonostante l’abbondanza di notizie, sono ancora molti a non credere alla possibilità di contagio, e di fatto alimentano la catena delle infezioni con comportamenti a rischio. Risulta molto difficile arginare questo fenomeno, se non adottare restrizioni sempre più pesanti – vedi primo lockdown di primavera, di cui tutti (si spera) vorremmo farne a meno in futuro. Quando addirittura gli assessori del Comune risultano positivi (a Trieste il primo caso, ieri) nonostante il distanziamento sociale, non ci fa ben sperare. Il vaccino, tra l’altro, non incontra i favori della gente, salvo quelli che sono stati “toccati” direttamente o indirettamente dal problema. I complottisti si dividono in due categorie: la prima crede in un piano mondiale per la riduzione della popolazione, la seconda propende per l’ipotesi di un accentramento dei poteri a livello globale, nelle mani di pochi eletti, a mezzo di sistemi di controllo avveniristici. Ne vedremo delle belle.